Troppo oneroso, privo di copertura finanziaria e volto a stravolgere la riforma delle pensioni. La Ragioneria generale esprime parere negativo sulla proposta bipartisan licenziata giovedì dalla commissione Lavoro della Camera e approdata ieri in aula, che introduce modifiche alla legge “in materia di fruizione delle deroghe per l’accesso” alla pensione, e che in parte riguarda gli esodati. Ma i partiti, con diverse sfumature, alzano gli scudi e contrattaccano.

La polemica coinvolge Pd, Pdl ,Idv e Lega che chiedono ad alta voce all’esecutivo di risolvere il problema. Ma secondo i tecnici il testo non “compromette” solo “gli effetti della riforma” Fornero ma anche gli interventi degli ultimi dieci anni”, ed è “in controtendenza con quanto richiesto dagli organismi internazionali”. Insomma, così com’é, non può andare da nessuna parte. A riprova di questo arrivano segnali anche dalla Commissione Ue e dall’Fmi, che rafforzano l’operato dell’esecutivo. Il portavoce del commissario Ue agli Affari sociali Lazslo Andor si dice convinto che “le sfide” sull'”ambiziosa tempistica” della riforma delle pensioni “possano essere vinte” e sottolinea che Bruxelles “non è al corrente di alcuna intenzione” del governo italiano di riaprire la partita. Mentre Carlo Cottarelli a capo del dipartimento sugli Affari fiscali dell’Fmi, definisce quello italiano il miglior sistema “nell’arco dei prossimi 20 anni sullo sviluppo della spesa pensionistica e dell’healthcare”. La Ragioneria generale oggi ha bocciato anche quasi tutti gli emendamenti alla delega fiscale approvati dalla Commissione Finanze della Camera. Provvedimento che doveva sbarcare in aula domani, ma che dovrà essere esaminato nuovamente in nottata in Commissione, per ritornare in gran parte al testo originale. Intanto, per salvare il testo su esodati e pensioni dall’inevitabile bocciatura, la commissione Bilancio lo ha rinviato ai colleghi della commissione Lavoro chiedendo di prospettare delle modifiche, nuove soluzioni che consentano di risolvere gli aspetti prioritari, quelli appunto che riguardano gli esodati. La soluzione potrebbe essere una “cura dimagrante”, buttando a mare le norme del ddl che introducevano deroghe alla riforma Fornero. Il viceministro al Welfare Michel Martone ribadisce la volontà dell’esecutivo di “raggiungere un punto di incontro” col parlamento. E il ministro dell’Economia Vittorio Grilli annuncia alle parti sociali che tra gli obiettivi della legge di stabilità c’é anche un fondo ad hoc per gli esodati. Alcune forze politiche, chi in maniera più morbida chi più dura, si dichiarano pronte ad ingaggiare un muro contro muro col governo. “Sugli esodati non molliamo”, afferma Cesare Damiano (Pd) primo firmatario della proposta, ma lascia intravedere un’apertura. “Il governo dica qualcosa. Nell’anno di grazia 2013 avremo alcune migliaia di persone senza salari, senza pensioni e senza ammortizzatori”, tuona Pier Luigi Bersani, mentre il presidente della commissione Lavoro della Camera Silvano Moffa (Pt) punta ad un confronto col governo. Il vice presidente della commissione Giuliano Cazzola (Pdl) denuncia: “siamo venuti in aula con un progetto di legge con una copertura finta. Si parla di 5 miliardi quando ne servono 30 nei prossimi 10 anni. Non è un gesto responsabile” e propone modifiche per reperire la copertura finanziaria per gli esodati. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro insorge: “I soldi ci sono. Basta solo decidere di darli agli esodati invece che agli scudati, agli evasori fiscali, o alla casta”. E sulle barricate sale anche il segretario della Lega Nord Roberto Maroni, che promette “lotta dura” dentro e fuori dal parlamento contro il governo Monti che “regala 900milioni alla Sicilia e poi non trova i soldi per i lavoratori esodati del Nord”.

 

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