Sono ore decisive per la sorte del governo Letta. A Palazzo Chigi si e’ svolto un faccia a faccia di oltre un’ora tra il premier e Matteo Renzi. E tra i due e’ ormai muro contro muro. Fonti di palazzo Chigi spiegano infatti che “ognuno e’ rimasto sulle sue posizioni”. Le voci di una staffetta tra i due sono sempre piu’ forti, e domani e’ prevista la direzione del Pd. Il sentiero del premier sembra dunque sempre piu’ stretto.
“Io non mi dimetto, voglio rilanciare il governo. Se il Pd vuole la crisi lo dica alla luce del sole, davanti agli italiani, non con manovre di palazzo”. Ieri sera Enrico Letta ha tirato le somme e mostrato di non voler arretrare davanti ai tanti dubbi del Pd sul suo governo e ai tanti segnali di chi gli chiede di fare un passo indietro. Mentre in Transatlantico tutti danno per scontato il cambio in corsa, il premier resiste e alza la posta: chi vuole la sua testa deve dirlo, una mossa che imbarazza, e un po’ irrita anche, piu’ d’uno degli esponenti Pd. Per questo domani, forse con una conferenza stampa, presentera’ il suo nuovo programma di legislatura ufficialmente e pubblicamente e chiedera’ che su quello i partiti, a cominciare dal suo, si pronuncino. Disponibile ad assumersi la responsabilita’ di un nuovo governo, un Letta bis in tutto e per tutto. L’ipotesi di staffetta e’, secondo i ‘lettiani’, poco praticabile: Matteo Renzi, viene fatto osservare, non avrebbe l’appoggio di Alfano e non avrebbe una maggioranza al Senato. Il sindaco di Firenze, a sentire i renziani, avrebbe chiuso un accordo con Sel e aperto un canale anche con i dissidenti del Movimento 5 stelle. Contraria anche Forza Italia. “Non sarebbe accettabile, per la terza volta, un presidente del Consiglio non legittimato dal popolo sovrano. Se Letta sa governare continui, in caso contrario si vada alle elezioni al piu’ presto”, ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Nelle prossime ore presentero’ il patto di coalizione con tutte le forze che sostengono il governo e sara’ centrato sul rilancio economico” ha affermato dopo un breve incontro con il Capo dello Stato. Il patto sara’ “un programma di legislatura”, spiegano i suoi, per ‘smontare’ i timori di quei parlamentari che temono una fine anticipata alla primavera 2015. E il premier scommette: “sara’ convincente e convincera’ tutti i partiti, anche il Pd”. Nell’incontro con il Capo dello Stato Letta ha illustrato questa linea, ha fatto notare che finora aveva atteso per rispetto verso i tempi chiesti dal Pd e da Matteo Renzi per incardinare le riforme, ma ora e’ giunto il momento di tentare il tutto per tutto. Il presidente, riferisce chi gli ha parlato successivamente, ha ascoltato e non ha opposto obiezioni. “Il Colle e’ spettatore in questa vicenda – spiegano fonti parlamentari – che e’ una vicenda tutta interna al Pd”. “Ma non e’ vero che il Capo dello Stato ha dato il via libera a Renzi, come raccontano alcuni Dem” assicura un parlamentare lettiano. Insomma, al di la’ dei boatos e dei tentativi di accreditare un sostegno del Colle a questa o quella linea, pare che il Quirinale abbia chiesto ai due contendenti di raggiungere un’intesa su una linea che non precipiti il Paese nel caos. Detto questo, Letta ha fatto sapere di essere uscito dal palazzo presidenziale “confortato e ancor piu’ determinato ad accelerare”. Dunque oggi, molto probabilmente dopo il colloquio con Renzi, il premier presentera’ il patto e chiedera’ la fiducia politica su questo. Alla luce del sole. Perche’ l’intenzione di Letta e’ di ‘stanare’ chi soffia sul fuoco senza uscire allo scoperto. “Non c’e’ piu’ tempo e se qualcuno vuole la crisi di governo la deve fare alla luce del sole e non con una manovra di palazzo, o mediatica” spiega un parlamentare lettiano, che assicura che non si stiano assolutamente vagliando ipotesi B e compensazioni per l’uscita di scena. Da ore, infatti, a palazzo Chigi si soppesano i diversi sondaggi che danno un unico risultato: la staffetta non piace. “Agli italiani non piacciono le manovre di palazzo, quindi la staffetta” sintetizza chi ha parlato con il premier nelle ultime ore. Sullo sfondo, ma non ininfluenti, ci sono gli umori della stragrande maggioranza del Pd, che teme di essere penalizzata dal sostegno a un governo che non goda di buona salute. E ci sono i timori del Ncd di Angelino Alfano, che per ora non stacca la spina ma che chiede al Pd di fare una scelta netta. E Scelta civica, che e’ divisa sulla richiesta di Andrea Romano a Letta di dimettersi. “Chi vuole la crisi lo deve dire pubblicamente” e’ la sfida dei lettiani, la risposta finale a chi vuole la staffetta.