Sulle riforme “non vedo grandi margini di trattativa sulle modifiche richieste, visto che abbiamo fatto un lavoro molto approfondito di tre mesi”. Lo afferma il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in un’intervistata alla Stampa. E chiede di accelerare l’iter: “ci sono tecniche procedurali nelle modalità di voto degli emendamenti per rendere più rapidi i tempi anche senza arrivare al contingentamento. Speriamo di chiudere le votazioni sulla riforma del Senato qualche giorno prima del 10” agosto. L’immunità? “Toglierla lasciando solo l’insindacabilità sulle opinioni espresse dei senatori era la soluzione del testo base del governo. Poi abbiamo ritenuto fosse un argomento ragionevole la tesi secondo cui il Senato debba per forza avere lo stesso tipo di garanzie che hanno i deputati”. Il ministro si sofferma anche sui Cinque Stelle: “Ogni giorno hanno una idea diversa. Hanno due linee opposte, frutto del risultato delle europee, ma noi non possiamo passare il tempo a mediare tra le loro correnti”. E respinge la tesi secondo cui il governo prema sulla legge elettorale per votare a marzo: “Falso. Noi facciamo le riforme perché servono al Paese”. Fino al 2018, assicura, la legge elettorale “non servirà. Se riusciamo a trasformare davvero il Paese non c’è motivo di interrompere il lavoro”. Boschi riflette infine sugli effetti della sentenza di assoluzione di Berlusconi sulle riforme: “penso che il percorso sarebbe andato avanti comunque come sosteneva Forza Italia. Abbiamo riconosciuto a Berlusconi un ruolo politico, perché abbiamo sempre pensato che giustizia e politica non dovessero essere sovrapposte”.

 

 

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