“Oggi siamo qui per modificare la Costituzione perché qualcuno dice che dobbiamo risparmiare. Le società partecipate di Comuni, Province e Regioni ammontano a 10.450, i commi 3 e 4 dell’art.4 della legge 95 del 2012 fissano in un numero da 3 a 5 i componenti dei Consigli di amministrazione. Moltiplicate e abbiamo 51 mila persone retribuite che vivono di politica nei CdA di queste società che secondo la Corte dei Conti nel 2012 hanno un disavanzo tra crediti e debiti di circa 50 miliardi di euro all’anno. E voi venite qua a dire che i senatori vanno ridotti? E’ una vergogna e una presa in giro. Ezra Pound diceva che se un uomo non è disposto a battersi per le proprie idee o non vale niente lui o non valgono nulla le idee, mi auguro che voi valiate come uomini, ma questa schifezza non la potete votare”. Così, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama sul ddl Riforme, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà. “Una democrazia – ha concluso – si distingue per la limitazione dei poteri e per i meccanismi di controllo nei confronti di chi detiene il potere. Questa modifica costituzionale disarma gli oppositori e conferisce ai detentori del potere la facoltà di scegliersi i parlamentari defraudando il popolo italiano del suo diritto”.

 

 

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