Strada sbagliata, priorità sono altre, operazione demagogica: sono negative le reazioni dei sindacati della scuola e della sinistra alle indiscrezioni sulle nuove misure allestite dal ministro dell’istruzione per premiare il merito e l’eccellenza nella scuola e nell’università, e che Francesco Profumo porterà la prossima settimana in Consiglio dei ministri sotto il titolo di “Pacchetto merito”. Misure che, secondo quanto anticipato dalla stampa, consistono soprattutto nel premiare studenti, scuole e atenei migliori.
In ogni scuola superiore sarà identificato lo “studente dell’anno”, scelto tra chi ha avuto 100 alla maturità e i migliori risultati negli ultimi tre anni, tenendo conto anche del reddito familiare: per questi studenti modello, riduzione del 30% delle tasse d’iscrizione all’università e sconti per musei e trasporti. Previsti sgravi fiscali alle imprese che assumono, a tempo indeterminato entro tre anni dalla laurea, i più bravi. Incentivi e premi ai docenti e ricercatori migliori, ma per mettere uno stop all’assenteismo dei professori d’ateneo i docenti a tempo pieno dovranno garantire cento ore di didattica a stagione. Come succede già in altri Paesi, ci si potrà iscrivere a due facoltà contemporaneamente e con una media alta si potrà ottenere di sostenere l’esame di laurea con un anno di anticipo. Ci saranno incentivi per attrarre docenti dall’estero e più attenzione ad Accademie e Conservatori. Infine, per prevenire l’abbandono universitario, tutte le facoltà sottoporranno le matricole ad un ‘test diagnostico’ per capire se sono tagliate per quell’indirizzo. Il ministro Profumo garantisce che in questo modo “si innalzerà il livello medio” dell’istruzione, ma sindacati, Pd e Pdci non sembrano d’accordo. Per l’ex ministro Giuseppe Fioroni, “la nostra scuola deve avere l’ambizione di essere per tutti di qualità” e “l’emergenza rispetto all’Europa non è la certificazione del merito, ma la grande dispersione scolastica e la necessità di migliorare le competenze dei nostri studenti che sono sotto la media Ocse”. Fioroni invita Profumo ad “aprirsi a un confronto serio e costruttivo sulle priorità e i bisogni della scuola italiana, evitando una conflittualità che non farebbe bene al Governo”. Anche la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi boccia il pacchetto: “il compito che la Costituzione affida alla Repubblica attraverso la scuola è quanto di più lontano possiamo immaginare dal decreto che il ministro Profumo vuole imporre per coltivare le eccellenze”. Per Riccardo Messina, responsabile scuola e università del Pdci, “la montagna ha partorito un topolino ed è pure venuto male”. Sul piede di guerra anche i sindacati del comparto. Il più agguerrito è Mimmo Pantaleo, leader della Flc Cgil, che parla di “operazione demagogica e propagandistica che non risolve i problemi veri della scuola e dell’università”. Che sono, secondo Pantaleo, la mancanza di un serio diritto allo studio, la riduzione delle risorse, i tagli fatti dal precedente governo. Sulle risorse insiste anche il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, che chiede un intervento sugli sprechi nell’amministrazione pubblica per rimpinguare le magre casse dell’istruzione italiana e un segnale sugli stipendi dei docenti, tra i più bassi dell’Ue. E anche Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola, si dice perplesso dalla “fretta di intervenire con provvedimenti urgenti sul merito” visti che “già esistono norme e strumenti in materia”. “Non servono pochi eccellenti in un mare di difficoltà: garantire una buona scuola per tutti deve restare la prima e fondamentale preoccupazione di chi governa il Paese” aggiunge Scrima. Poche le reazioni positive: l’ex ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, rinfrancata dal fatto che Profumo abbia detto chiaramente che non intende smantellare la sua riforma dell’università, e gli studenti dell’Udc, che invitano il ministro ad andare avanti su questa strada.