Il rischio delocalizzazione è “concreto” e “l’intervento pubblico non può riguardare soltanto aiuti fiscali e finanziari, ma deve mettere a disposizione delle aziende colpite le numerose strutture industriali della zona che la crisi aveva reso inoperose, in modo da garantire la continuità produttiva”.
Lo scrive sul Messaggero l’ex premier Romano Prodi, che mette in evidenza i pericoli per il settore biomedicale dopo i danni causati dal sisma. La Protezione civile, “con la velocità di un fulmine”, deve intervenire “reperendo i tecnici per le necessarie certificazioni e per la rapida messa in sicurezza degli impianti”, sottolinea Prodi. “Ancora più importante per il futuro di questo distretto – prosegue – è la promozione delle strutture di ricerca indispensabili perché il settore rimanga e si sviluppi in Italia”. “Un problema altrettanto enorme, che riguarda l’area terremotata in tutto il suo complesso, è quello del credito”, evidenzia poi Prodi, secondo cui “il sistema bancario deve preparare in modo coordinato una strategia finalizzata ai bisogni della ricostruzione”.