Voto domani, nell’Aula della Camera sul disegno di legge di conversione del decreto sulle staminali e sulla proroga della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). Il testo, che scade il 25 maggio, e’ stato modificato in commissione Affari sociali rispetto a quello licenziato dal Senato lo scorso 10 aprile e, una volta approvato da Montecitorio, dovra’ tornare a Palazzo Madama per il via libera definitivo.

E un appello ad approvare il decreto Balduzzi sul metodo Stamina cosi’ come modificato dal Senato, senza apportare emendamenti che limitino l’applicazione delle cure ai soli 13 laboratori Good Manufacturing Practicies, e’ stato lanciato da una donna, Tiziana Massaro, avvocato e madre di Federico, un bimbo affetto dal morbo di Krabbe, in cura con le staminali mesenchimali presso gli Spedali civili di Brescia. ”Non vi macchiate di crimini contro l’umanita”’ scrive in una lettera indirizzata ai parlamentari. La donna ha gia’ raccolto 250 mila firme a sostegno della sua battaglia, cominciata dopo un ricorso d’urgenza al Tribunale di Pesaro per poter sottoporre il figlio alle cure compassionevoli con il metodo Stamina, prima del via libera alla sperimentazione promossa dal ministero della Salute con l’Iss, l’Agenzia del farmaco e il centro nazionale trapianti. Intervenendo in Aula alla Camera, due giorni fa, al termine del dibattito sul decreto staminali, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin aveva detto che c’e’ ”massima attenzione alle famiglie e alla sofferenza di chi vive un dramma in famiglia, sia di chi e’ attualmente sottoposto al trattamento” con il metodo Stamina ”sia a tutti i malati rari, che sono tanti”. ”Si e’ tenuta presente la sofferenza ma anche la necessita’ di mettere in sicurezza” i pazienti e ”di dare l’opportunita’ di una sperimentazione” aveva aggiunto rilevando che il Parlamento ha fatto ”un lavoro serio, rigoroso ed etico” affrontando una ”difficile e sensibilissima vicenda” e ”mi unisco allo spirito con cui la commissione ha affrontato la difficile prova di bilanciare il diritto alla salute e la liberta’ di cura”. Il ministro ha escluso qualsiasi ”pregiudizio” assicurando ”soltanto la volonta’ di arrivare ad una soluzione condivisa, che tenga atto del rigore scientifico e che venga incontro alle necessita’ e ai bisogni delle famiglie”.

 

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