Standard and Poor’s declassa l’Italia. E iL governo replica, con una nota ufficiale: il rating del Paese viene abbassato per valutazioni ”dettate dai retroscena” della stampa e non dalla realta’ delle cose, fatta soprattutto di impegno e di solidita’.

L’agenzia di rating ribatte, rivendica la propria indipendenza e non esclude, peraltro, un nuovo taglio del rating nell’arco dei prossimi dodici mesi o al massimo diciotto mesi. All’esecutivo non sono andate giu’ le motivazioni con cui l’agenzia anglosassone ha spiegato il declassamento e quella ”fragilita’ del governo” indicata da S&P’s come limite della capacita’ del Paese di reagire e di dare risposte alla crisi.

”Il governo ha sempre ottenuto la fiducia del Parlamento dimostrando cosi’ la solidita’ della propria maggioranza”, ha commentato a caldo Palazzo Chigi, secondo cui ”le valutazioni di Standard and Poor’s sembrano dettate piu’ dai retroscena dei quotidiani che dalla realta’ delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche”. La realta’ delle cose, come la definisce il governo, sono le misure varate per raggiungere il pareggio di bilancio nei prossimi due anni e il lavoro predisposto per il rilancio dell’economia. Non a caso il Tesoro ha riunito ancora una volta il tavolo sulla crescita, annunciando un piano decennale su lavoro, imprese, credito e Stato, e dandosi ancora appuntamento a stretto giro, mercoledi’ prossimo, per studiare gli interventi da mettere in campo. La risposta del governo non e’ pero’ piaciuta all’agenzia, che si e’ affrettata a controbattere, rivendicando la propria autonomia.

”I rating sovrani di Standard & Poor’s sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori”, ha replicato da quartier generale di Londra, ribadendo che ”i rating indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l’affidabilita’ finanziaria”. Nessuna marcia indietro dunque. Anzi. Madrid ha fatto in questi mesi meglio di Roma e senza un’accelerazione della crescita, ha avvertito ancora l’analista Moritz Kraemer, l’Italia rischia persino un nuovo taglio del rating da qui a un anno e mezzo al massimo. A rassicurare e’ intervenuto direttamente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che non ha perso pero’ occasione per incalzare ancora una volta il governo.

”I dati – ha detto il presidente – non rimpiccioliscono il Paese. Siamo una grande economia, una societa’ vitale. Ma tutto cio’ – ha puntualizzato va messo a frutto con scelte politiche appropriate”. Quello dell’agenzia non e’ del resto il solo pressing con cui l’esecutivo deve fare i conti in questi giorni di tensione politica e finanziaria, in cui lo spread tra Btp e bund e’ arrivato a toccare, ancora una volta, i 400 punti base. Anche Bruxelles, pur riconoscendo l’impegno per il risanamento dei conti ed ammettendo che il giudizio di Standard & Poor’s e’ stato molto severo, ha spronato Roma a focalizzarsi ora sulla crescita economica, secondo pilastro essenziale per uscire dalla crisi.

 

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