Tiene coperte le carte, il leader del Pd Pier Luigi Bersani, in vista della direzione del partito di martedì dalla quale avrebbe dovuto lanciare il ‘patto dei progressisti’ per mettere insieme riformisti, moderati e liste civiche, se non fosse che Sel ed IDV hanno giocato d’anticipo con il loro aut-aut: o gli Stati generali della Sinistra o noi andiamo avanti da soli. “Da Bersani mi aspetto molto”, mette alle strette il segretario Pd anche oggi Nichi Vendola, che intanto spinge Sel verso “gli stati generali non del centrosinistra ma del futuro”.
E traccia così la rotta: “Autonomia dal Pd non deve essere aumentare in modo petulante la nostra vis polemica ma determinare l’offerta politica del centrosinistra, senza finire nei vicoli ciechi del minoritarismo o della subalternità”. Ma se da Roma Vendola stressa la partita, pianta paletti dall’Argentina, dove è in viaggio di lavoro, anche Pier Ferdinando Casini. “Certo che – mette le mani avanti il leader Udc – se chi si propone come candidato premier per il Pd, cioé Pier Luigi Bersani, partisse accettando gli ultimatum di Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, non andrebbe molto lontano”. Subito il leader di Sel ribatte: “Non c’é nessun ultimatum o minaccia da parte nostra verso il Partito Democratico. Nel mio stile non c’é mai stato il tono minatorio. Penso invece che sia stato il popolo italiano ad aver lanciato un ultimatum alla politica, in particolare al centrosinistra”. E Antonio Di Pietro detta l’agenda: “Stiamo preparando un programma politico che metta al primo posto lavoro, equità sociale, legalità, lotta all’evasione e alla corruzione, e riforma della Rai, un’Europa casa comune dei cittadini e non dei banchieri”. La partita è complessa. Ma in attesa di sentire come risponderà martedì il leader del Pd a chi gli chiede di confermare le ragioni dell’alleanza di Vasto e farne il punto di partenza di un progetto più ampio, sono già i moderati democrat (dalla Bindi a Fioroni, da Follini a Merlo) a far intendere che con la valanga dei voti moderati in libera uscita dopo il crollo del centrodestra sarebbe pura follia arroccarsi in un recinto a sinistra con Sel ed Idv soltanto. “Le elezioni si potranno vincere e, soprattutto, si potrà governare solo e soltanto con una solida e credibile alleanza tra i progressisti e i moderati. Senza questo assisteremo ad un film che abbiamo già visto.Cioé le sinistre all’opposizione”, pronostica il Pd Giorgio Merlo. E a Rosy Bindi viene il dubbio che Vendola e Di Pietro abbiano chiesto la convocazione degli Stati generali “per mettere fretta e porre veti, che sono inaccettabili così come quelli che, a ruoli invertiti, i centristi tentano di mettere a danno della sinistra”. Il progetto del Pd, spiega infatti Beppe Fioroni, “é federare tutto ciò che si muove nella società civile” e aprirsi a tutto ciò che non faccia del partito di Bersani “una cassa di attenuazione del cambiamento”. E dopo la nuova foto di Vasto – che ieri ha immortalato Vendola e Di Pietro seduti accanto alla sagoma in cartone di Pier Luigi Bersani negli studi de ‘La7’ – Marco Follini chiosa: “Lasciamo il Bersani di cartone a Vendola e Di Pietro e portiamo il Pd ed il Bersani in carne ed ossa da un’altra parte”. “Siamo al battutismo”, ribatte Vendola, che oggi di fronte all’Assemblea Nazionale del partito prova a disegnare il futuro: “Altro che moderati….- sprona – Agli Stati generali del futuro dobbiamo ragionare con terzo settore, associazionismo, volontariato su reddito minimo garantito, precarietà, welfare ambientale, diritti civili e di libertà. Mescoleremo percorsi e storie, e troveremo il punto di sintesi perché sia forte e grande la proposta che parla non al teatrino della politica, ma al Paese che chiede cambiamento”.