“Se le intese, gli accordi e i dialoghi” che sono in corso in queste ore sul futuro Presidente della Repubblica costituiscono “la prova d’orchestra di un governissimo allora esprimiamo la nostra radicale contrarietà”. Lo dice Nichi Vendola parlando in sala stampa a Montecitorio.

“Siamo a un punto decisivo – dice Vendola – si decide non solo chi andrà al Quirinale, ma il futuro politico del paese. Metto due punti fermi: primo, se le intese sul Colle fossero le prove d’orchestra per un governissimo non potremmo che esprimere contrarietà, perché sarebbe una risposta antitetica alla domanda venuta dal voto”. Inoltre, “dobbiamo cogliere il terreno avanzato che ci offre M5S, facendo la tara alle polemiche”. Per Vendola la rosa di nomi fatta da Grillo è “una importante base di dialogo, nella quale sono rappresentate tutte le sfumature della sinistra. Il presidente della Repubblica deve avere una larga e lunga maggioranza, capace di proiettarsi fuori dalla politica”. Quello che è importante, ha precisato, è evitare di andare “nella direzione degli inciuci”. Il leader di Sel si dichiara quindi pronto a brindare se il nuovo Capo dello Stato sarà il garante della Costituzione eletto con un voto più largo visto che dovrà godere di una lunga maggioranza , e non il garante di una nomenclatura, dimostrazione dell’afasia di un ceto politico”. Il leder di Sel risponde alle domande dei cronisti che lo interpellavano sui nomi che stanno circolando per il Quirinale in queste ore, in particolare Giuliano Amato, Massimo D’Alema e Franco Marini.

 

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