Il ‘vertice di maggioranza’ c’e’ stato. Ed e’ stato pure lungo. Circa tre ore a palazzo Chigi. Sul racconto del ‘pranzo’ con Mario Monti, pero’, le versioni di Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini non coincidono. Il segretario del Pdl e quello del Pd mettono subito in chiaro che la riunione non sancisce la nascita di una nuova maggioranza.
Da versanti opposti e per motivi diversi, il leader dell’Udc e quello dell’Idv, Antonio Di Pietro, ribattono che invece la maggioranza che sostiene Monti c’e’ ed e’ politica. Anche sull’obiettivo dell’incontro, il sostegno in Ue alle politiche del governo contro la crisi, gli esiti non collimano. Pd e Udc sono pronti a una mozione unitaria in Parlamento. Il Pdl invece frena. “Vedremo”, dice Alfano riferendo che “anche oggi sono emerse le differenze tra noi e il Pd”. Di Pietro, invece, fa sapere che si muovera’ da solo: “Prendiamo atto, per bocca di uno dei protagonisti dell’incontro, che oggi e’ nata una maggioranza politica, checche’ ne dica il finto ingenuo Bersani. Maggioranza di cui non facciamo parte” e per questo l’Idv fara’ una sua mozione. Insomma, appena lasciato palazzo Chigi (in ordine sparso, nessuna foto di gruppo), i partiti si riposizionano dopo un incontro valutato positivamente dal premier Mario Monti che, a quanto si apprende, avrebbe accolto con “molta soddisfazione” la volonta’ di una mozione in Parlamento di sostegno alle politiche dell’esecutivo. Un sostegno gradito vista la situazione della crisi in Europa. Oggi Mario Draghi l’ha definita “gravissima”. E di questo, e di quali contramisure adottare, Monti ha discusso con Herman Van Rompuy a palazzo Chigi. “Ho manifestato con chiarezza quali sono le esigenze dell’Italia, sia per il trattato sia per la governance”.No, non ci siamo messi le dita negli occhi e poi con Monti si va sul concreto, mica si sta a far chiacchiere”. Bersani racconta cosi’ il tono del vertice a palazzo Chigi. Il segretario del Pd non accenna a tensioni con il Pdl. Del resto, argomenti caldi come le liberalizzazioni, sarebbero rimasti fuori dal tavolo. Alfano, pero’, che non proprio tutto sia filato liscio lo dice: “Anche oggi sono emerse le differenze tra noi e il Pd”. La prima, sulla mozione unitaria in Parlamento. “Vedremo -dice Alfano- noi abbiamo indicato nell’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, l’uomo che per il Pdl si occupera’ della stesura della mozione”. Il Pd una bozza l’ha gia’ messa a punto e la offrira’ agli altri partiti per arrivare a un testo comune. Nel dispositivo si impegna il governo a “proseguire con determinazione il rafforzamento del tradizionale ruolo dell’Italia”, dice no al “rigore eccessivo”, sollecita un maggiore “collegamento tra azione di risanamento e quella per la crescita” e chiede di applicare in tempo brevi la “tassa sulle transazioni finanziarie”. Bersani ha chiesto l’appoggio di tutte le forze politiche per arrivare a una “piattaforma nazionale”, ma l’Idv si e’ subito tirato fuori e il Pdl ha risposto con un “vedremo”. “Noi abbiamo una nostra mozione ma siamo assolutamente disponibili a discutere con tutti per arrivare a una posizione comune”. Questa l’offerta di Bersani che pero’ ha incontrato un si’, per ora, solo da Casini. “Serve una piattaforma nazionale” che dia piu’ forza al governo in Ue. Tocca a tutte le forze politiche anche dentro le rispettive famiglie europee, sostenere una piattaforma nazionale. Tocca a Monti, ma tocca anche ai partiti” dare piu’ forza al nostro Paese in Europa. “L’Italia man mano che si riafferma nello scenario europeo ha il dovere e il diritto di far valere la sua piattaforma, di questo abbiamo discusso con Monti”, spiega Bersani. “Un passo deve farlo l’Italia e un passo l’Europa -aggiunge- ci vuole una piattaforma nazionale perche’ e’ necessario cambiare la linea” finora dettata dalla Germania all’Ue. Anche il leader dell’Udc la vede alla stessa maniera. L’obiettivo, spiega Casini, e’ quello di consentire al governo di arrivare al vertice europeo di fine mese con il “supporto forte” della maggioranza che oggi sostiene il premier, con l’auspicio che la mozione europea “abbia voti aggiuntivi” a quelli dei partiti che oggi appoggiano l’esecutivo. La mozione servira’ a sostenere la trattativa europa di Monti per un “risanamento sostenibile, con una forte sponda europea, nuove regole di governance”. Se la mozione unitaria divide Pd e Pdl, la smentita di ogni ‘legame’ accumuna Bersani e Alfano che al termine del vertice a palazzo Chigi si sono affrettati a smentire la nascita di una nuova maggioranza. “Assolutamente no”, dice il segretario del Pd ai cronisti spiegando che su grandi temi e’ giusto e normale che leader si confrontino. Solo questione di “metodo”. Nulla di piu’. E anche Alfano specifica: “Non c’e’ una maggioranza politica perche’, in un Paese democratico, per essere tale deve avere il consenso dei cittadini”. Ma Casini ribatte: ” Una maggioranza non puo’ che essere politica. E questa lo e’. Ogni volta che sara’ opportuno, siamo disponibili a vederci. Questo non e’ un evento. E’ la normalita’ piena”. Parole che fanno saltare Di Pietro: “Prendiamo atto, per bocca di uno dei protagonisti dell’incontro, che oggi e’ nata una maggioranza politica, checche’ ne dica il finto ingenuo Bersani. Maggioranza di cui non facciamo parte, ne’ vogliamo far parte perche’ la consideriamo del tutto innaturale rispetto al sistema bipolare maggioritario con cui questo Parlamento si e’ costituito ed e’ stato eletto”. Quindi per quanto riguarda la mozioen sull’Ue: “In alcun modo ci mischieremo a nessuna mozione unitaria e coalizione politica eterogenea e estemporanea che confondono solo l’elettorato”.