Mercoledi’ prossimo verra’ presentato dal governo francese guidato dal socialista Francois Hollande, il progetto di legge per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali e per le adozioni da parte delle coppie gay. E con l’approssimarsi dell’appuntamento legislativo e’ cresciuto d’intensita’ lo scontro fra la conferenza episcopale transalpina guidata dall’arcivescovo di Parigi Andre’ Vingt-Trois, e l’esecutivo. Da ultimo, il capo dei vescovi ha tacciato la proposta governativa di ”prepotenza” contro la societa’ e i bambini, da parte sua il governo ha risposto rilevando che il cardinale stava travalicando il proprio ruolo in quanto si tratta di una proposta relativa al ”matrimonio civile in una Repubblica laica”.

La legge verra’ discussa dal Parlamento a partire dalla meta’ del prossimo gennaio. Nei gironi scorsi, per altro, si e’ svolta a Lourdes l’assemblea plenaria dei vescovi francesi. Nell’occasione, Vingt-Trois ha affermato che l’approvazione di una legge sui matrimoni omosessuali e sulle adozioni da parte delle coppie gay, costituirebbe ”una prepotenza che scuoterebbe uno dei fondamenti della nostra societa’ e instaurerebbe una discriminazione fra i bambini”. Il progetto legislativo sul matrimonio, ha detto ancora, “non e’ semplicemente un’apertura generosa del matrimonio a nuove categorie, ma una trasformazione del matrimonio che riguarderebbe tutti”. Il porporato ha critica inoltre con durezza la superficialita’ del governo sulla questione: ”cambiamenti di questa portata – ha affermato – imponevano un dibattito nazionale non semplicemente fondato su sondaggi aleatori o sulla vistosa pressione di qualche lobby”. I vescovi francesi auspicano, di conseguenza, che il governo riveda la sua posizione. Intanto, su fronte opposto, il sindaco del comune di Hantay nel nord della Francia, ha annunciato in questi giorni che verranno celebrate delle nozze simboliche tra due donne, il prossimo 10 novembre. D’altro canto, proteste e critiche contro la proposta di legge sono arrivate da altre chiese e comunita’ cristiane e da parte di esponenti di altre fedi. L’arcivescovo di Parigi ha invitato i fedeli a protestare presso i propri eletti, tuttavia come autorita’ ecclesiastica ha precisato che non e’ suo compito convocare manifestazioni. E pero’, su questo punto, ha precisato che i laici credenti possono comportarsi diversamente: ”se dei cristiani vogliono protestare – ha detto – questo fa parte degli strumenti democratici. Se essi pensano che sia un buon modo per farsi sentire, perche’ no?”. Ancora, secondo il cardinale di Parigi, la proposta di legge del governo ”contrariamente a quel che si dice, non sarebbe il matrimonio per tutti, ma il matrimonio di alcuni imposto a tutti”. Al cardinale ha risposto il portavoce del partito socialista francese, il senatore David Assouline, rilevando che la Chiesa ”sta uscendo dal suo ruolo” in quanto si tratta di una proposta relativa ”al matrimonio civile in una Repubblica laica”. Non solo. Secondo il senatore l’apertura al riconoscimento del matrimonio e all’adozione per le coppie gay, era uno degli impegni presi da Francois Hollande durante la sua campagna elettorale, in particolare ”il 31esimo dei 60 impegni per la Francia” nel capitolo relativo alla lotta contro “tutte le discriminazioni e l’apertura ai nuovi diritti”. Quindi, ha aggiunto Assouline, ”il suffragio universale si e’ espresso, la Chiesa dunque esce dai propri confini quando il cardinale Vingt-Trois chiede di opporsi alla volonta’ del legislatore”. Il principio ”che anima questa riforma – ha spiegato ancora il portavoce del partito socialista – e’ l’eguaglianza fra tutti i cittadini”.

 

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