In Romania alle 07.00 locali (le 06.00 italiane) si sono aperte le urne per il referendum sulla destituzione del presidente conservatore Traian Basescu, chiesta dalla maggioranza di governo di centro-sinistra che accusa Basescu di aver violato la Costituzione avocando a se’ poteri e prerogative non sue, e di aver fortemente impoverito la popolazione con le pesanti misure anti-crisi imposte al paese in accordo con Fmi e Ue.

Si tratta di un passaggio cruciale per il futuro politico della Romania, alle prese con una autentica ‘guerra’ di potere fra presidenza conservatrice e governo di centro-sinistra, una grave crisi politica che suscita profonda preoccupazione nell’Unione europea, che teme della tenuta democratica del Paese post-comunista. Il premier Victor Ponta e’ stato convocato per questo nelle scorse settimane a Bruxelles dai vertici Ue. Basescu e’ stato gia’ sospeso dall’incarico con un voto del parlamento il 6 luglio scorso, ma in base alla legge tale destituzione dev’essere confermata con un referendum popolare. Nonostante i sondaggi indichino una larga maggioranza di oltre il 65% a favore della destituzione del presidente – che negli ultimi tempi a causa della crisi economica ha perso popolarita’ – un appoggio a Basescu potrebbe venire dal quorum fissato dalla Corte costituzionale per la validita’ del referenudm. La consultazione sara’ infatti valida se alle urne i rechera’ almeno il 50% piu’ uno degli aventi diritto. Un tasso di affluenza non semplice da raggiungere considerando il periodo estivo con tanti elettori in vacanza, insieme alla sfiducia crescente della popolazione in una classe politica altamente corrotta. Per questo il presidente ha invitato gli elettori a boicottare le urne, per non legittimare quello che ritiene essere un tentativo di ‘colpo di stato’. I circa 18 milioni di elettori potranno votare fino alle 22 locali (21 italiane), con exit poll e primi risultati che saranno disponibili in tarda serata.

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