Per Hugo Chavez si avvicina l’ora della verita’. Le elezioni di domani in Venezuela, regno per 14 anni dell’istrionico leader ‘bolivariano’, potrebbero segnare un cambiamento epocale per il Paese e per tutta la regione. Non a caso sono in molti a definirle ”storiche”, e il termine non appare esagerato.
In queste ore, le capitali latinoamericane – oltre a Washington – si stanno preparando a seguire la delicata giornata elettorale di Caracas. In un clima di tensione, il Paese e’ spaccato in due tra chi votera’ per il capo dello Stato uscente e chi invece scegliera’ lo sfidante Henrique Capriles, in leggero svantaggio, ma che potrebbe anche farcela. Molto dipendera’ dagli indecisi. Soprattutto tra i giovani. Di certo, proprio grazie a Capriles, che rappresenta una ventina di partiti raggruppati nel Mud (Mesa de unidad democratica), quella di domani e’ per Chavez e il suo ‘socialismo del XXI secolo’ la sfida piu’ ardua da quando, nel lontano 1999, s’insedio’ per la prima volta al ‘Palacio Miraflores’, sede della presidenza. Nonostante la ‘veda’ elettorale a poche ore dall’apertura delle urne – dove sono chiamati a votare quasi 19 milioni di persone – a Caracas il duello tra il 58enne presidente e il 40enne avvocato ha riempito il sabato dei venezuelani. Per esempio, attraverso le immagini del ‘leader’ trasmesse in tv e l’attivismo degli uomini di Capriles. Il clima, da ieri, si e’ surriscaldato soprattutto sulle reti sociali. Su twitter si moltiplicano i messaggi e gli insulti, sia del fronte ‘chavista’ (‘ilmondoconChavez’) sia di quello anti-presidente (‘Chaveztirimangono2giorni’). A decidere se a Chavez ‘rimangono’ sul serio poche ore al vertice del potere saranno in particolare i giovani. Negli ultimi tre mesi della campagna elettorale, sia Chavez sia Capriles hanno messo nel mirino proprio quei 7,5 milioni di connazionali tra i 18 e i 29 anni che rappresentano il 38% dell’elettorato. Non a caso entrambi hanno cercato di sedurre chi andra’ a votare puntando sui temi del lavoro, dell’educazione, del diritto alla casa, e anche su una maggiore sicurezza, visto tra l’altro che Caracas e’ tra le citta’ piu’ pericolose non solo dell’America Latina ma del mondo. Chi vincera’? Rafforzato dalle folle che nelle ultime settimane lo hanno accompagnato e acclamato non solo nella capitale ma anche in tante altre citta’ e piccoli centri, Capriles assicura che riuscira’ a spodestare Chavez, anche grazie al voto dei venezuelani residenti all’estero (in tanti sono arrivati in questi giorni da Miami e altre citta’ americane). Per diverse ragioni – non ultime le due operazioni per cancro alle quali si e’ sottoposto – il presidente appare di certo piu’ logorato che in passato, ”ma continua ad avere grande carisma e capacita’ di leadership. In tanti s’identificano con lui, nonostante spesso si faccia portatore di discorsi molto aggressivi”, spiega all’ANSA Mauricio Sosa, esperto in comunicazione politica. E i dati sono li’ a confermarlo. Approdato al potere per la prima volta nel 1999, dopo aver vinto le elezioni del dicembre del 1998, Chavez si e’ imposto in 12 delle 13 sfide elettorali di questi ultimi anni, e la sua popolarita’ continua ad essere, secondo numerosi esperti e organismi specializzati, al di sopra del 50%. Ma a tutto, prima o poi, c’e’ una fine. E Capriles, ovviamente, sta facendo il possibile per accelerare quella di Chavez.