Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, fa il punto sul tema della quiete pubblica, ritenuto fondamentale, e l’ordinanza «di carattere temporaneo» che disciplina la movida, da poco entrata in vigore. «È stato un fine settimana di sperimentazione. Ovviamente, ci sono ancora situazioni di affollamento e di difficile gestione», ammette il primo cittadino, spiegando che la questione non è soltanto locale. «Anche i fatti di Milano dimostrano che è un problema generale e nazionale, necessità di un percorso di regolamentazione». A margine del Consiglio comunale, lui argomenta: «Noi siamo vittime di un pregiudizio che conosciamo benissimo, alla fine tutti i problemi sono a Napoli e tutte le cose positive nelle altre città. Noi sappiamo benissimo che non è così e che i problemi di Napoli sono di tutte le grandi città. Credo che abbiamo l’occasione per far vedere come nella nostra città ci siano dei problemi ma ci sono anche tante azioni positive. Napoli ha bisogno di una narrazione più vicina alla città e anche questo è un lavoro che noi dobbiamo fare nei prossimi mesi». A Barba & Capelli Manfredi aggiunge: «Il problema dei controlli è importante ma dipende anche da cosa bisogna controllare», puntualizza, spiegando che tanti interventi interforze sono stati effettuati in questi mesi, e che i controlli sono aumentati. Ma «non è solo un discorso di regole, ma è soprattutto legato alla pacifica convivenza e anche a una gestione del tempo notturno che dev’essere più distribuito sulla città, con attività che consentano ai giovani di non ammassarsi tutti nello stesso luogo, cosa che rende anche più difficili i controlli e la gestione della folla». È chiaro che il controllo dell’orario di chiusura è un controllo più semplice rispetto al controllo della somministrazione dell’alcol ai minori, che è un tipo di controllo molto più difficile da realizzare. Anche il tema della quiete pubblica è un tema fondamentale, perché benché ci sia questa norma, questa deve essere circostanziata in maniera più dettagliata. Per esempio abbiamo imposto che è vietato fare musica per strada dopo una certa ora, cosa molto più precisa, altrimenti bisogna entrare nella disquisizione se si superano determinati decibel o meno. È un controllo molto complesso da fare».

Secondo Manfredi «è un percorso che dev’essere messo in campo e io credo che ci voglia una collaborazione tra tutti gli attori di questo processo. Dobbiamo distinguere tra gli esercenti corretti, coloro che stanno investendo e anche nelle proprie attività per garantire un’attività più sicura e anche più tranquilla, rispetto a quelli che non solo non osservano le regole, ma anche coloro che fanno un tipo di attività basata sulla confusione». A proposito degli episodi più violenti, che sono avvenuti in questi giorni e hanno visto come protagonisti dei ragazzini molto giovani, parliamo di 13, 14 o 15 anni. «Sono dei bambini che non hanno neanche la maturità per valutare le azioni che compiono. Quello che dico ai genitori è che bisogna fare un lavoro tutti insieme per cercare di fare in modo che questi ragazzini possano avere una maggiore responsabilità e prudenza, soprattutto nell’uso dell’alcol. In questo campo l’aspetto dell’educazione e della condivisione delle responsabilità è molto importante». Un’altra questione sentita è quella dei trasporti. Si punta a realizzare il tram elettrico, previsto a Ponticelli. E a garantire i collaudi dei nuovi treni, il primo prima dell’estate. «Vediamo la luce in fondo al tunnel». Obiettivo: arrivare alla frequenza della metropolitana ogni 5-6 minuti. Per la raccolta rifiuti la soluzione consiste nella introduzione nuove tecnologie, ad Asia l’organico è sotto di 400 unità. Manfredi invita i cittadini «a depositare la spazzatura in orario in modo da evitare di sporcare l’intera strada», e presenta pure risultati concreti per piantare più alberi e riqualificare il verde pubblico. Quanto al calcio Napoli è in corso una trattativa sul canone nei due anni del Covid, ma «pagherà il dovuto». Non ultimo tema, i conti pubblici. Quello che presenteremo al Governo è un piano articolato che sicuramente mette in sicurezza le finanze del Comune ed evita il dissesto con tutte le conseguenze molto gravi che questo porterebbe: dal non pagamento dei creditori, alla liquidazione delle partecipate, alla svendita del patrimonio». Il primo cittadino si riferisce al Patto per Napoli, il piano dell’amministrazione per poter aderire al provvedimento di sostegno del Governo, previsto nella Finanziaria, per i Comuni capoluogo di Città metropolitane in gravi condizioni economiche e finanziarie. Si tratta di «un intervento molto strutturato, basato essenzialmente sul miglioramento della riscossione e sulla valorizzazione del patrimonio. È un’occasione storica per Napoli per rimettere a posto le casse del Comune ed è la precondizione per poter creare realmente sviluppo».

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