NAPOLI – Un investimento di circa 200 milioni di euro per completare l’Ospedale del mare, alla periferia di Napoli, che, tra le varie cose, avrà una struttura antisismica di nuova generazione, unica in Europa, su modello di quelle utilizzate in Giappone. Riparte quindi il megacantiere per il presidio a Napoli est. Resta un 43% di lavori da svolgere che, promettono il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e il commissario dell’ospedale, Ciro Verdoliva, saranno conclusi in tempi record.

Il problema che ha impedito per lungo tempo la riapertura del cantiere, spiega Caldoro, era la copertura finanziaria. “Un errore di tutto il Paese procedere sui grandi progetti con il coofinanziamento pubblico-privato”. Ora invece si è cambiata strada, si è proceduto, spiega Caldoro, innanzitutto con una riduzione dei costi che inizialmente, all’apertura del cantiere nel 2004, erano previsti di 306 milioni e sono stati abbattuti a circa 200. Il grosso poi é stato coperto con 178 milioni di fondi Fas – un conquista politica dato che solitamente non possono essere utilizzati per strutture sanitarie – ai quali si aggiungono i soldi della delibera regionale sui fondi per i centri di radioterapia e una serie di risparmi effettuati. Si è partiti, per esempio, assorbendo gli uffici amministrativi su un piano inizialmente dedicato alla struttura alberghiera, con dei parcheggi che verranno realizzati successivamente in project financing e chiudendo un vecchio contenzioso dell’Asl passato da 80 milioni di euro a 45 milioni divisi in 33 annualità. Esternamente la struttura è praticamente quasi completata. Il grosso dei lavori resta da fare nella parte interna e dovrebbe essere completato in 24 mesi, più collaudo, e con il reimpiego di tutti gli operai del vecchio cantiere. Nella nuova struttura, spiega il commissario straordinario dell’Ospedale del mare, Ciro Verdoliva, confluiranno i posti letto degli ospedalieri Loreto Mare, Ascalesi, San Gennaro e Incurabili. In totale nell’ospedale ci saranno 450 posti letto di degenza e 200 posti letto nell’edificio albergo. Sarà Centro Hub di terzo livello della rete di emergenza, Centro Hub di primo livello per quanto riguarda la rete dell’emergenza cardiologica dotato dell’Unità operativa Utic ed Emodinamica interventistica, Centro Hub di secondo livello per la rete dell’ictus cerebrale acuto con stroke unit. E ancora Stone center per il trattamento della calcolosi renouretrale, comprensivo della litotrissia extracorporea e della lasertrissia e Centro trauma di Alta specializzazione di riferimento per tutto l’ambito regionale. Unico caso in Europa, la struttura dell’Ospedale del mare è isolata sismicamente con un sistema innovativo utilizzato per gli ospedali giapponesi. La base, di circa 14.000 metri quadri, poggia infatti su 327 pilastri dotati di isolatori. Si tratta di speciali dispositivi di forma cilindrica, tecnicamente chiamati elastometri, che permettono la flessibilità della struttura e la separano dalle vibrazioni del terreno con spostamenti su ogni direzione di circa 25 centimetri e che possono sopportare scosse di magnitudo pari a quelle calcolate sul rischio sismico napoletano. “Si supera una oncezione vecchia – dice il direttore dell’Asl Napoli 1, Ernesto Esposito – Ci saranno grossi presidi all’esterno del centro cittadino, l’ospedale del mare, il San Giovanni Bosco e il Cardarelli, il San Paolo e al centro ci sarà il Pellegrini”.

 

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