”I fatti dimostrano che non mi sono chiuso a riccio, semmai io cerco di resistere di fronte ad altri che si uniscono per mettere le mani su Bagnoli ed escludere i poteri democratici, chi è stato eletto dal popolo, e la cittadinanza che vuole avere un suo protagonismo”. Resta fermo sulle sue posizioni il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nei confronti del decreto del Governo su Bagnoli, ”un testo completamente diverso da quello che avevamo firmato e che è stato cancellato con il decreto del 29 agosto”. ”E’ sotto gli occhi di tutti – ha ricordato il sindaco – che il 14 agosto ho firmato il protocollo insieme con il presidente del Consiglio, della Regione e il vicepresidente della Provincia di Napoli”. E tutto è avvenuto ”non in una stanza chiusa, ma in un posto pubblico, a Città della Scienza”. Cosa che, per de Magistris, indica che non si è isolato né si chiude a riccio. ”Ribalto completamente il ragionamento – sottolinea – non solo non ci siamo chiusi a riccio, ma abbiamo lavorato per l’intesa istituzionale. Eravamo pronti agli inizi di marzo, e ci sono stati prima il ritardo della Regione, poi quello del Governo”. Più che chiudersi a riccio, de Magistris sostiene che il suo comportamento è stato quello di ”avere il coraggio di tirarsi fuori da manovre che non ci convincono per nulla e che non sono oscure né torbide perché sono chiare, è talmente chiaro chi ha lavorato per questa soluzione che io non ho fatto altro che avere la determinazione, il coraggio e la fantasia di tirarmi fuori”. ”Sono un piccolo sindaco di una delle città più grandi del mondo e non posso consentire che si esproprino il Comune, il Consiglio gli equilibri costituzionali – aggiunge – E’ una vicenda talmente chiara che abbiamo tolto la maschera a un’operazione che apre la strada a una nuova stagione di mani sulla città”. ”Lancio la sfida al presidente del Consiglio – prosegue – ma quando chiami? Che aspetti a chiamarci?”. La strada dello Sblocca Italia ”è più lunga, il presidente del Consiglio deve nominare un commissario, un soggetto attuatore, la Spa”. ”Non si è mai visto che poteri che non sono pubblici vanno a scrivere la Bagnoli del futuro – rimarca – ma qua c’è proprio un sovvertimento della democrazia e della Costituzione”. ”Avverto un pericolo e menomale che si sta attivando un movimento – dice – Credo che sarebbe stato un gravissimo delitto se il sindaco non avesse alzato la voce su questa vicenda e non avesse smascherato e detto le cose come stanno”. Il sindaco ha spiegato di condividere l’idea di un referendum consultivo da sottoporre ai cittadini per il futuro di Bagnoli. ”Non posso che essere favorevole – conclude – Quanta più democrazia e idee ci sono meglio è”.

 

 

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