«Al 14 marzo possiamo dire che l’opg di Napoli non chiuderà il 31 di questo mese, che ancora continuano gli ingressi in opg anche per crimini bagatellari, che il I aprile e nei mesi a seguire in quel luogo ci saranno ancora molte delle persone oggi internate, che per loro, come per il personale sanitario e penitenziario che ci lavora manca chiarezza e una qualsivoglia definizione del proprio immediato futuro» lo denuncia il consigliere regionale del PD Antonio Amato che, a fronte della chiusura degli opg sancita dalla legge 81/2014 al 31 marzo, a 10 mesi di distanza dalla precedente ispezione del 2014, questa mattina si è nuovamente recato in visita ispettiva non preannunciata all’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli presso il carcere di Secondigliano. Con Amato a comporre la delegazione ispettiva i ricercatori Dario Stefano dell’Aquila e Antonio Esposito da tempo impegnati sul fronte del superamento dei manicomi criminali. Accompagnati dagli agenti di polizia penitenziaria e dal personale sanitario dell’opg hanno incontrato gli 89 uomini (52 campani) ad oggi ancora ristretti a Secondigliano, seppure non più di 10 risulterebbero non dimissibili «Abbiamo dovuto registrare una situazione di forte confusione» afferma Amato «Il responsabile sanitario dell’opg, il dottor Michele Pennino, nonostante le rassicurazioni sulle procedure di dimissioni avviate da tempo dall’ASL Napoli 1, non ha potuto darmi una risposta su cosa avverrà dal prossimo aprile. Le REMS, Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, non sono ancora pronte: abbiamo personalmente constatato che in quella destinata per Napoli e Caserta, a Calvi Risorta, nemmeno si è aperto il cantiere per i lavori previsti. Si parla di REMS provvisorie, addirittura gestite dal privato sociale, ma anche qui siamo nel campo delle ipotesi e comunque per ora sembrerebbero destinate solo ai nuovi ingressi. Perché, ed è questo il dato più assurdo, nonostante le nuove previsioni normative, negli ultimi dodici mesi solo a Secondigliano si sono registrati 122 nuovi internamenti, 18 solo nel 2015. Molti con misure di sicurezza provvisoria per reati di scarsissima pericolosità sociale. E’ il caso di R.» continua Amato «un senza fissa dimora di origini francesi giunto a Secondigliano direttamente dalla libertà per aver tentato di rubare qualcosa da mangiare in un supermercato. O ancora di G. in questo opg da febbraio per una lite condominiale. E ancora ci sono ragazzi che, pure per reati non gravi, hanno superato da mesi il massimo previsto dalla pena edittale, ma continuano a restare internati. Nelle carceri» afferma il consigliere regionale « stanno aprendo le nuove articolazioni psichiatriche destinate ai detenuti, fino ad oggi internati o in osservazione in opg, con disturbo psichico sopravvenuto o a cui debba essere accertata l’infermità psichica. Presto aprirà quella di Secondigliano con 19 posti letto. Ma anche per queste, come per le REMS, sarebbe necessario l’assunzione di personale, un’accurata programmazione di spesa, un’articolazione di unità operative delle ASL. Invece, come ci hanno confermato oggi gli operatori incontrati, ancora si attende la dovuta programmazione di investimento regionale e asl come la Napoli 1 non hanno mai fatto partire le unità operative dipartimentali per la tutela della salute mentale. Su tutto questo, sulla necessità di dare certezze alle persone ristrette come agli operatori sanitari e penitenziari» conclude Amato «interverremo con un’interrogazione in consiglio, investendo della vicenda anche il Parlamento nazionale». Al termine dell’ispezione si segnala quindi, la parzialità della riforma in atto «Il superamento degli opg è un fondamentale punto di svolta» affermano i ricercatori Dell’Aquila e Esposito «Tuttavia emerge con chiarezza che tra REMS, articolazioni penitenziarie, Case di cura e custodia, nuove forme di istituzionalizzazione e privatizzazione della sofferenza in strutture paramanicomiali, la riforma non scalfisce il meccanismo delle misure di sicurezza e quindi dell’internamento: superato, non si sa bene quando, il luogo fisico degli opg, resta intatta la logica manicomiale, il dispositivo psichiatrico giudiziario che ancora costringe chi prova a rubare una merendina in un manicomio. E la psichiatria, nel prossimo futuro, rischia di assumere un ruolo custodialistico che poco ha a che fare con la cura»