“Mi sta cercando da ore, Berlusconi. Lascia messaggi. Ma non rispondo. Sono schifato. Si è svenduto tutta la sua cultura garantista per un pugno di voti leghisti. In verità era tutto previsto da mesi”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica, Nicola Cosentino che aggiunge che non muoverà “un dito per questa campagna”: “una delusione enorme. Era tutto premeditato? Prima mi chiedono di dare il sangue, fare le liste migliori, allenare la squadra, essere pronti alla battaglia forte, poi zac, ti pugnalano l’allenatore”.
“Sono stato bersaglio di un gioco delle parti, tra più parti – si sfoga l’ex coordinatore regionale Pdl in Campania – Ora mi difenderò bene nei processi, e mi vergogno di dire che non ho ancora letto con attenzione i miei atti (anche perché ho due avvocati di spessore), tanto mi fanno ridere questi pentiti. Ma chi se l’aspettava un tale trattamento dalla mia Pdl?”. “Più ci ragiono – prosegue – più l’ipotesi di un piano a tavolino si fa strada. Eliminarmi all’ultimo per evitare ogni contraccolpo. Berlusconi ha subito una specie di mutazione genetica, io non l’avrei ritenuto capace di calcoli miseri. Poi, sia chiaro, io non ammazzo il padre, ha le sue capacità, resta lucido e freddo”. Cosentino fa sapere poi di essere stato lui a “intervenire dopo il caso Noemi”, “io – aggiunge – ho sempre risolto problemi, ma non ne ho mai creati al Pdl”. Sul dossier diffamatorio confezionato contro l’attuale governatore della Campania Stefano Caldoro, Cosentino spiega che “certamente quella cosa ha segnato i rapporti, ma io dissi agli altri ‘buttate quelle carte’. Io lì non c’entro, e comunque Caldoro si vede che soffre ad amministrare, non è cosa sua”. Per quanto riguarda invece Luigi Cesaro, l’ex coordinatore regionale afferma: “Con lui ho chiuso, definitivamente. Solo questo”. Infine, sulla vicenda delle liste fa sapere: “Chi le ha fatte sparire, ha agito per proteggere il lavoro che avevamo fatto per settimane, per evitare quello che è successo dopo: quando sono scomparsi all’improvviso dalla lista alcuni nostri referenti perché ne entrassero altri”.
Intanto sulle interviste l’entourage di Cosentino ha inviato una precisazione: “Ieri sul quotidiano Il Fatto, oggi su Repubblica e sull’Unità leggo titoli con virgolettati a me attribuiti che non corrispondono né al mio pensiero né a quanto ho dichiarato e che pertanto sono falsi, come è facilmente desumibile dal testo integrale degli articoli. Sfido chiunque a trovare nelle mie parole di questi giorni una sola frase che lasci anche lontanamente intendere desideri di rivalsa o di vendetta contro il pres Berlusconi nei confronti del quale la mia stima e gratitudine resteranno immutate”.