“E’ inaccettabile che il presidente della Regione Stefano Caldoro, sempre pronto a sottolineare il lavoro svolto dalla sua maggioranza in tema di trasparenza, correttezza di comportamenti, riduzioni della spesa pubblica, continui a fare “orecchie da mercante” sulla vicenda della decadenza, per incompatibilità, del direttore generale dell’Arpac”. Lo sottolineano, in una nota, il capogruppo regionale del Pd, Raffaele Topo, e il presidente della Commissione per il controllo sulle Bonifiche ambientali, Antonio Amato.
La mancata attenzione da parte del governatore sul caso è testimoniata, secondo i due rappresentanti del Pd, dai continui rinvii, iniziati lo scorso 8 agosto, “dell’approvazione, in Giunta, della delibera che ripristini la legalità e l’osservanza delle leggi nazionali e regionali, ripetutamente violate, all’interno dell’Agenzia per la Protezione Ambientale”. “Già dall’aprile scorso – ricordano Topo e Amato – abbiamo iniziato a presentare interrogazioni urgenti, esposti-denunce, indirizzate anche ad organi istituzionali di controllo, per sollevare la questione dell’incompatibilità del Direttore Generale dell’Arpac, ma nonostante che dal 1 ottobre 2012 questi non risulti più nei ruoli dirigenziali della Regione Campania perché in pensione, e sul punto si e’ espressa ben tre volte l’Avvocatura regionale, dopo l’attivazione nello scorso maggio del procedimento amministrativo di decadenza, incredibilmente ieri per l’ennesima volta, il provvedimento è stato rinviato a data da destinarsi”. “Nonostante ciò – concludono Topo e Amato – il direttore generale delibera su atti anche eccedenti l’ordinaria amministrazione, in palese contrasto con la legge istitutiva dell’Agenzia regionale, assume provvedimenti che impegnano l’unica e fondamentale struttura di supporto tecnico-scientifico in materia ambientale per i prossimi esercizi finanziari, producendo enormi danni, pone in essere atti persecutori nei confronti dei lavoratori, tutto ciò al di fuori di qualsiasi controllo dei preposti organi regionali”.