Un poker di Jack e una coppia di Donne. Con queste carte il Pd campano si gioca la “mano” delle europee. Sul piano regionale i Democrat indicheranno sei candidati, quattro maschi e due femmine. E in vista dell’imminente definizione delle liste (si vota il 25 maggio) diventano sempre più febbrili gli incontri sull’asse Napoli-Roma per scegliere la sestina dei nomi. Partiamo dalle certezze. Andrea Cozzolino tenterà il bis. L’europarlamentare uscente, che ha sostenuto al congresso regionale Michele Grimaldi, sarà di nuovo in campo. Non è abbia fatto granché in questi cinque anni per meritarsi la riconferma, ma la candidatura gli spetta di diritto. Del resto nell’ambito di un’area che altrimenti non avrebbe rappresentanti. Poi c’è Massimo Paolucci. Storia politica lunga e intensa. Sempre nel segno della coerenza, anche a costo di strappi dolorosi come quello con Antonio Bassolino, dopo un duraturo e proficuo sodalizio politico. Oggi è deputato. Un dalemiano di ferro. Forse il più vicino a “baffino”. Non a caso nella circoscrizione meridionale l’ex presidente del consiglio punta solo ed esclusivamente su Paolucci. Che ha le carte in regola per ottenere un ottimo risultato in Campania ma anche nelle altre cinque regioni del “collegio” (Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria). In caso di elezione il deputato Pd lascerebbe spazio nel Parlamento italiano guarda caso proprio alla moglie di Bassolino, Anna Maria Carloni, primo dei non eletti alla Camera (Campania 1). L’ex governatore quindi sarebbe un “tifoso” che si aggiungerebbe alla già nutrita schiera di supporter di Paolucci. Che parte favorito, insomma.
Nell’area Renzi le cose si complicano. In lizza ci sono due candidati: il consigliere regionale Nicola Caputo e il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino. Il componente del parlamentino campano, che è un’autentica macchina da voti, parte da una base elettorale molto più ampia, potendo contare anche sull’appoggio di diversi consiglieri regionali. Ma per ora Ferrandino, caldeggiato da Lello Topo, capogruppo Pd in Regione, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Senza un accordo saranno entrambi in campo. E il risultato appare scontato: nessuno dei due avrebbe grandi chance di elezione. La diaspora tra i renziani campani favorirebbe i candidati delle altre componenti interne. Un disastro elettorale e politico. Passiamo alle donne. Teresa Armato spinge per essere della partita. L’ex senatrice conta sull’appoggio dell’Area Dem, di cui è responsabile regionale, e spera di raccogliere i voti “rosa”. Ancora da definire volto e nome dell’altra candidata donna. Peraltro non è del tutto escluso (anche se è un’ipotesi remota) che i Democrat adottino il modulo 3-3 schierando una squadra composta equamente da maschi e femmine. Ma già adesso, in attesa dell’indicazione ufficiale della sestina, la pattuglia Democratica campana si presenta più agguerrita che mai alla battaglia per la conquista dell’Europa.
Mario De Michele