Matteo Renzi a colloquio per un’ora, a palazzo Chigi, con Vincenzo De Luca. E’ il primo faccia a faccia dopo le regionali con il vincitore in Campania: dalle indiscrezioni, i due avrebbero discusso soprattutto della nuova Giunta e della figura del vicepresidente, destinato a reggere la Campania quando per il governatore scatterà la sospensione prevista dalla legge Severino. Renzi avrebbe insistito per nomi di alto profilo e che diano il senso dell’innovazione: oggi De Luca ha detto di aver in mente “un vicepresidente che vi faccia sognare”, ma senza sbilanciarsi oltre. E continua a tenere banco la questione dei tempi per la sospensione. “Rilassiamoci – ripete oggi De Luca – prima bisogna insediare la nuova Giunta, il Consiglio, gli organi, poi chi è interessato alla Severino si sottoporrà alla procedura prevista”. Vale a dire, ci sarà il tempo di nominare la Giunta e la governabilità sarà comunque assicurata dal vicepresidente. Ovviamente dopo la sospensione De Luca ricorrerà subito al giudice ordinario: “C’è già un precedente – ricorda – quello della Corte d’Appello di Bari che rigettò la sospensione reintegrando un consigliere regionale”. Rispondendo a una interpellanza di Forza Italia, oggi alla Camera il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico ha chiarito che l’iter della Severino potrà cominciare solo dopo la proclamazione degli eletti, “debitamente ufficializzata, che viene a concretare il presupposto per il tempestivo avvio del procedimento”. Ciriaco De Mita, alleato del neogovernatore in queste elezioni, non ha dubbi sul fatto che i tempi non saranno brevissimi: per l’ex premier il nuovo Consiglio regionale dovrà prima essere insediato per poi applicare la sospensione, proprio come argomenta De Luca. Del tutto opposto il parere di Forza Italia: l’ex guardasigilli Clemente Mastella ritiene che la sospensione debba scattare subito dopo la proclamazione degli eletti, e lancia l’ipotesi di un decreto governativo per la nomina di un ‘vicario’ che regga la Campania per un anno, fino a nuove elezioni. Non si attenua intanto la polemica di De Luca contro Rosy Bindi. L’ex sindaco di Salerno non intende recedere dalla querela contro la presidente dell’Antimafia, dopo l’inserimento del suo nome nella lista degli ‘impresentabili’: “Bisogna far ringoiare parole ignobili che sono state dette”. Quella della Bindi è stata “un’iniziativa gravissima”, che De Luca considera “un modo per colpire il presidente del Consiglio”. Parte, infine, il secondo round del processo che ha visto De Luca condannato in primo grado per abuso d’ufficio, sentenza all’origine del ‘caso’ legato all’applicazione della legge Severino. La procura di Salerno, che aveva chiesto la condanna di De Luca per peculato, chiede alla Corte d’Appello la riqualificazione in tal senso della pena; i legali del nuovo presidente della Regione ricorrono invece per l’assoluzione del nuovo assistito. La vicenda è quella legata alla realizzazione del termovalorizzatore di Salerno e alla nomina, da parte dell’allora sindaco, di un project manager, figura non prevista dalla normativa sugli appalti. “Sono stato condannato per un reato linquistico”, commentò all’epoca l’interessato.

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