MELITO – Amedeo Labocetta e Carlo Sarro, deputati del Pdl, sollecitano una risposta da parte del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, in merito a un’interrogazione relativa a presunte infiltrazioni camorristiche nel Comune di Melito di Napoli. “A un mese da quella interrogazione, il 28 giugno scorso, ancora non abbiamo avuto risposta – ha detto Labocetta – Abbiamo documentato tutti gli elementi anomali che, dal nostro punto di vista, dovrebbero portare allo scioglimento del Comune di Melito per infiltrazione camorristica.

L’ex sindaco Antonio Amente lo ha documentato con un esposto alla Procura e anche in questo caso nessuna risposta”. “Chiediamo che il ministro – ha sottolineato – si muova adeguatamente su questo tema”. Carlo Sarro, parlamentare del Pdl, ha ricordato che sul caso del Comune di Melito “esistono già delle pronunce giurisdizionali del Tribunale amministrativo e del Consiglio di Stato all’interno delle quali è possibile rinvenire degli elementi che confermano la situazione di pericolo e condizionamento”. Elementi che, a suo avviso, “rendono indifferibile la nomina di una commissione d’accesso che conduca le indagini, così come previsto dalla legge, e consegni le conclusioni al ministro affinché si arrivi al provvedimento di scioglimento”. “E’ in atto un grossolano e maldestro tentativo di capovolgere la realtà dei fatti”. Il sindaco di Melito di Napoli, Venanzio Carpentieri, risponde così alle sollecitazioni di Amedeo Labocetta, deputato del Pdl, che oggi, a un mese di distanza da un’interrogazione parlamentare, torna a chiedere che il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, intervenga sulla questione dell’Amministrazione comunale nel Napoletano. “Se il ministro decidesse di inviare una commissione d’accesso, ne sarei ben lieto – afferma Carpentieri – Troverebbe tutto in ordine, tutto in regola così come è da quando mi sono insediato, alla fine del maggio 2011”. “Mi farebbe piacere – aggiunge – se venisse anche il ministro a controllare”. La gestione del Comune di Melito, spiega, “é diametralmente opposta a quello che si vuole far credere”. “Il richiamo a fatti del 2005 – sottolinea – sono del tutto strumentali. Si cerca pubblicità in vista delle prossime elezioni politiche”. “Non ci sono fatti – conclude – da addebitare al Comune di Melito”.

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