Il Consiglio comunale di Napoli si è sciolto per mancanza di numero legale. All’appello hanno risposto 24 consiglieri su 48. Questo il risultato dopo quasi due mesi dall’ultima seduta del Consiglio convocata lo scorso 30 gennaio che fu sciolta sempre per mancanza del numero legale. L’aula era chiamata a esprimersi sull’emendamento presentato dal consigliere Pd Antonio Borriello per porre modifiche alla delibera con cui l’amministrazione intende affidare alla societa’ in house Napoli Servizi la manutenzione straordinaria degli immobili del patrimonio comunale. In apertura, l’assessore al Patrimonio Alessandro Fucito aveva illustrato il testo che prevede l’assegnazione di un milione e 100mila euro alla societa’ in house per avviare gli interventi di manutenzione straordinaria.
Tra le opere da realizzare – come spiegato – la riparazione dei tetti e la sostituzione delle guaine di copertura degli stabili. ”Senza il sì al trasferimento delle risorse – ha sottolineato Fucito nel suo discorso – la volontà espressa dal Consiglio con la firma della convenzione, redatta lo scorso luglio, non sara’ praticabile”. Fucito ha evidenziato quanto ”la nuova gestione pubblica della manutenzione del patrimonio sia un’operazione complessa dopo 21 anni di gestione privata” e rappresenti ”una modalita’ nuova di gestione”. Nel testo, inoltre, si ridefinisce la soglia economica per la Napoli Servizi che passa da 34milioni e 250mila euro a 35milioni e 350mila. In apertura di seduta, il Consiglio, a maggioranza, aveva deciso l’inversione dell’ordine del giorno che, al primo punto, prevedeva la discussione e l’approvazione dei debiti fuori bilancio. Nel corso del dibattito, più volte, da parte di consiglieri di maggioranza e opposizione, è stato portato alla luce il problema dell’immobilismo delle commissioni e la relativa assegnazione delle presidenze. Il tema – a quanto trapela – potrebbe essere oggetto di una riunione dei capigruppo da convocarsi per giovedì’ 20 marzo.