“Se vogliamo dare una risposta seria alla crisi del Mezzogiorno dobbiamo considerare tre fattori causali principali: le politiche europee che negli ultimi cinque anni hanno indebitato il Mezzogiorno; le condizioni del Mediterraneo; fattori endogeni sia legati alla politica nazionale degli scorsi anni che ha deprivato il Mezzogiorno nell’agenda di Governo. Le risposte stanno nel modificare le politiche europee, perché finché il mantra è l’austerità l’effetto è la depressione economica e chi paga di più sono le aree più deboli tra cui il Mezzogiorno in Italia”. Così Gianni Pittella, presidente del Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, al convegno “Per un Mezzogiorno protagonista tra Europa e Mediterraneo”, organizzato dal Pd. “Noi socialisti e democratici del Parlamento europeo – ha spiegato – stiamo invertendo la rotta parlando di investimenti; il governo sta lavorando ad un programma che metta insieme risorse europee, nazionali e interventi privati in un piano complessivo che riguarda il Mezzogiorno: non c’è alternativa a mettersi insieme, deve uscire un patto dei governatori del sud con il Governo perché si governi insieme almeno una parte di fondi europei. Se vogliamo fare infrastrutture dobbiamo farlo insieme, se vogliamo fare ricerca e innovazione tecnologica dobbiamo farlo insieme, i programmi sull’agricoltura biologica vanno fatti insieme, così per la cultura, la sostenibilità ambientale. Tutto – ha proseguito Pittella – va declinato a livello meridionale, non subregionale. L’appello che faccio al governo è di provare in fase sperimentale l’istituzione di zone economiche speciali, zone a fiscalità di vantaggio e a burocrazia zero come in Polonia. Con queste condizioni l’investitore viene. La fiscalità di vantaggio è uno strumento efficace e moderno per sostenere lo sviluppo in aree più disagiate”, ha concluso il politico.

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