“Lo spessore politico che Bassolino ha dimostrato negli anni in cui ha amministrato Napoli e la Campania è indubbio, ma la sua stagione politico-amministrativa determina ancora oggi analisi non univoche e il rischio che si possa produrre un effetto referendum su di lui è reale. Credo che l’attuale classe dirigente del Pd abbia diritto e dovere di potersi esprimere”. Così Venanzio Carpentieri, segretario provinciale del Pd a Napoli, commenta all’Ansa il dibattito che si è aperto in questi giorni in città sul possibile ritorno sulla scena di Antonio Bassolino per le elezioni comunali della prossima primavera. Un dibattito che non sembra appassionare Carpentieri: “Trovo – spiega Carpentieri, che è anche sindaco di Melito – il dibattito che si è sviluppato in questi giorni stucchevole. Tutto è nato dalla proposta di Umberto De Gregorio di creare un comitato dei saggi per la scelta del candidato e questo è stato visto da qualcuno come un modo per tirare fuori i tre nomi proposti (Bassolino, Umberto Ranieri e Graziella Pagano, ndr). Da lì è nato il dibattito Bassolino sì-Bassolino no. Ma il totonomi non mi appassiona. Non serve al Pd, al centrosinistra e alla città di Napoli”. Per Carpentieri bisogna partire da due assi fondamentali: l’alleanza e il programma. “Pensiamo a un programma snello – dice – dopo questi anni di ubriacatura arancione, su cui il nostro giudizio è fortemente critico, Napoli ha bisogno di concretezza: individuiamo 4-5 grandi priorità. Penso a quattro grandi idee per altrettante zone, il nord della città, il centro storico, l’area est, e l’area occidentale”. Quattro assi di sviluppo urbano e ricostruzione del tessuto sociale ed economico che il Pd vuole realizzare con un’alleanza ampia: “Il partito – conferma Carpentieri – contrariamente a quanto qualcuno ha detto e scritto è tutt’altro che disimpegnato. Già prima della pausa estiva abbiamo avviato l’interlocuzione con altri partiti di centrosinistra e con le forze che hanno dato vita ad Area Popolare. L’obiettivo è ripartire dalla coalizione che si è presentata unita alle Regionali con Idv, Verdi, Socialisti, Centro Democratico e Udc ma allargata a quella finora conosciuta come Ncd e ora Area Popolare. Abbiamo avuto un primo scambio di opinioni e ci è stata manifestata la volontà di continuare confronto anche in vista della riproposizione dell’alleanza al governo con Renzi”. Resta però il nodo del candidato, anche perché il regolamento del Pd ha scadenza chiare: “A metà settembre – ricorda Carpentieri – si dovrebbe costituire il comitato delle primarie, che andrebbero svolte tra novembre e gennaio. Ma tra settembre e ottobre ci aspettiamo che alleanza e programma siano a buon punto, come pure il lavoro per individuare possibili candidature da condividere con Roma, a cui ho chiesto un investimento politico su Napoli. Il voto di Napoli ha una dimensione nazionale e su questo ho trovato una disponibilità che prosegurà anche nelle settimane a venire”. Il dibattito, spiega Carpientieri, “si svilupperà nell’assemblea che convocheremo per la prima metà di settembre, ma anche nei circoli e in momenti di dialogo con la città, non in luoghi chiusi ma aperti ad associazioni civiche, categorie, sindacati, mondo produttivo”. Un’apertura che potrebbe portare a un candidato della società civile: “Non lo escludo – conferma il segretario provinciale – l’esperienza di De Luca ha dimostrato che l’elettorato premia chi nella propria carriera politica, professionale o imprenditoriale abbia dimostrato di sapere fare cose concrete. Anche il profilo di candidato o candidata a sindaco avrà questo profilo”.

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