«Sono più di ottanta i lavoratori dell’ex Eav Bus oggi in liquidazione che dal 2013, nonostante precisi accordi sottoscritti, attendono ancora di percepire il tfr maturato. Tra rimpalli di responsabilità e impegni mancati non solo si stanno calpestando i sacrosanti diritti di questi lavoratori, ma si evidenzia una situazione che presto coinvolgerà anche gli altri 1300 lavoratori ancora in attività» lo afferma il consigliere regionale del PD Antonio Amato che, con il collega Mario Casillo ha inviato una specifica nota all’amministratore Unico di Eav Nello Polese e al Commissario liquidatore di EAV Bus Roberto Pepe «Le responsabilità di questa incredibile situazione coinvolgono il Commissario Liquidatore, la Curatela fallimentare, il management della EAV Holding, e più volte abbiamo cercato un’interlocuzione con i vertici EAV. A partire dal prof. Polese, però, ci siamo scontrati con un’inaccettabile atteggiamento pilatesco che non solo lascia irrisolta la vicenda ma sembra allontanare qualsiasi ipotesi risolutiva. In pratica, la società continua indebitamente a non restituire la parte degli salari che negli anni ha trattenuto per il trattamento di fine rapporto, togliendo a più di ottanta famiglie la possibilità di fronteggiare un periodo di crisi così duro. Con il collega Casillo investiremo della vicenda il Parlamento nazionale, anche perché persistono ancora oggi tanti, troppi lati oscuri sul fallimento di Eav Bus. Lo stesso amministratore unico di Eav, nonché l’attuale presidente della giunta regionale» continua Amato «in passato avevano manifestato grandi perplessità sulle modalità con le quali si era giunti al fallimento, tanto che venne istituita anche una specifica commissione di inchiesta interna. Lavori ed esiti della commissione, se mai ci sono stati, restano sconosciuti, chiusi forse in qualche cassetto dell’assessore Vetrella. Così, mentre restano sconosciute e impunite eventuali responsabilità di questo ennesimo sfascio dei trasporti campani, chi direttamente ne ha pagato e continua a pagarne le conseguenze, i lavoratori, si vede ancora negati i propri diritti, ciò che legittimamente gli spetta. Una situazione non più tollerabile e a cui bisogna urgentemente porre rimedio»