In mattinata, Mimmo Mignano, l’operaio che sei giorni fa era salito sulla gru del cantiere della nuova metropolitana di P.zza Municipio, è sceso. Ha lasciato che fosse il corteo, indetto contro le politiche di Renzi, ad acclamarlo per poi accoglierlo. Dopo cinque notti, di cui l’ultima sotto la pioggia battente, e sei giorni, è apparso provato ma più combattivo di prima: “Renzi voleva venire a Napoli per tagliare il nastro della metropolitana, che sarà anche una cosa bella, il problema è che dietro c’è il vuoto. Il nostro è un territorio dove c’è solo devastazione, disoccupazione, cassintegrazione e precarietà. Non è più possibile ammettere su questi territori passerelle elettorali di chi con il Jobs Act, Il piano casa, lo sblocca italia e la buona scuola sta devastando un paese che già era in estrema difficoltà. Il cambiamento può e deve venire da noi, sono le piazze come quella di stamattina, i movimenti che devono sostituire il governo.Voglio cogliere l’occasione per fare un appello – continua Mignano – il 21 maggio noi saremo in presidio fuori il Tribunale di Nola, per l’udienza del nostro licenziamento. Noi chiediamo a questa piazza di partecipare, di lottare insieme a noi, perché solo uniti si vince. Non si può pensare di lottare contro Renzi e non contro Marchionne, parliamo semplicemente di due facce della stessa medaglia.” Mignano, insieme ad altri quattro operai, in cassa integrazione da diversi anni, è stato licenziato l’anno scorso, per aver inscenato ai cancelli della Fiat di Pomigliano il finto suicidio di Marchionne. “Abbiamo organizzato quella sceneggiata per denunciare i suicidi di due nostri compagni cassintegrati, Peppe de Crescenzo e Maria Baratto. La cosa a Marchionne e alla Fiat non è piaciuta e così ci hanno buttati fuori. Il nostro licenziamento è prettamente politico e non è più ammissibile che in questo paese gente come noi, che lotta per la libertà e la giustizia sociale dentro e fuori le fabbriche, sia fatta fuori e lasciata a morire di fame senza un lavoro.” Il gesto eclatante del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat, con l’occupazione della gru da parte di Mignano e Marco Cusano,quest’ultimo sceso prima per un malore, ha creato nell’ultima settimana un certo fermento, in una città che andava già mobilitandosi per la preparazione del corteo di “accoglienza” a Renzi. Era da circa un mese, infatti, che i movimenti cittadini preparavano una mobilitazione, con lo slogan “Renzi statt a cas”, per accogliere il Premier, la cui venuta era prevista nella mattinata di sabato, per inaugurare la nuova stazione della metropolitana di P.zza Municipio. “Il lutto cittadino proclamato dal Sindaco De Magistris, in seguito alla strage di ieri nel quartiere Secondigliano, per la quale esprimiamo un’onesta solidarietà – continuano dal Comitato- ha permesso al Premier di disertare l’inaugurazione, peraltro rimandata. Noi sappiamo bene che Renzi a Napoli difficilmente si sarebbe presentato, sa che qui non lo vogliamo e del resto non è la prima volta che si sottrae al movimento napoletano. Ha solo strumentalizzato la tragedia di ieri”. Infine, Mignano, rispondendo ad una giornalista sull’opportunità di continuare la protesta in una giornata di lutto cittadino, ha asserito “non si tratta di fermarsi, se cossi fosse dovremmo fermarci ogni giorno. Mi domando, piuttosto, perché il paese intero non si fermi davanti alle morti delle migliaia di migranti che affogano nelle nostre acque, o dopo la morte di un giovane di 24 anni suicidatosi perché senza lavoro. Qui si tratta di ricostruire un paese nel quale cose del genere, compresa la strage di ieri, non avvengano più. Se la gente perde la testa, come nel caso di Secondigliano, o si suicida, o muore nelle nostre acque un motivo ci sarà. Il nostro è un paese in estrema difficoltà in cui, però, non tutti pagano allo stesso modo. C’è una massa enorme di uomini e donne sulla quale si sta scaricando il costo di questa crisi che, tra l’altro, è solo il frutto naturale del nostro sistema economico, il capitalismo. E’ quello che va cambiato” – conclude Mignano.
Luca Leva
Giulia Ambrosio
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