Presieduta dalla Vice Presidente Coccia, la seduta del Consiglio comunale si è aperta oggi in via Verdi alla presenza di 29 consiglieri. Nell’ora precedente si è svolto il question time con risposta in Aula dell’Amministrazione ai seguenti quesiti dei consiglieri: Moretto, sul degrado del cimitero di Poggioreale con risposta dell’Assessore al Patrimonio Fucito; Palmieri, sull’appalto della centrale operativa sociale, con risposta dell’Assessora al Welfare Gaeta; Nonno, sul progetto del Parco Baiano a Pianura, con risposta dell’Assessore all’Urbanistica Piscopo.
Dopo l’appello, il Consiglio ha iniziato i propri lavori, presieduto dal Vice Presidente Frezza, con gli interventi dei consiglieri ai sensi dell’art. 37 del Regolamento (questioni urgenti): Fiola, che ha lamentato la superficialità della stampa nel riportare i contenuti della seduta monotematica del Consiglio sui temi del lavoro e dello sviluppo, sollecitando nuovamente una seduta dedicata ai temi del patrimonio; Nonno, sulla mancata approvazione della delibera relativa alla riapertura dei termini per la presentazione delle autocertificazioni per accedere al condono; Formisano, per contestare con riferimento alla legge una sua presunta incompatibilità tra la funzione di presidente della commissione Mobilità e la condizione di dipendente dell’ANM paventata da un organo di informazione; Attanasio, precisando che l’abbandono dell’Aula nell’ultima seduta del Consiglio da parte del suo gruppo aveva il senso di sollecitare provvedimenti per il miglior funzionamento del Consiglio e delle Commissioni e sulla necessità di avvisare cittadini e consiglieri quando si programma l’abbattimento di alberi, facendo maggiore attenzione alla manutenzione delle essenze arboree e alla piantumazione di nuovi alberi.
È quindi intervenuto il Sindaco Luigi de Magistris per due comunicazioni. Relativamente alla situazione creata a seguito del diniego della Sezione regionale della Corte dei Conti al piano di riequilibrio, si stanno mettendo in campo tutte le azioni necessarie perché “siamo assolutamente convinti della fondatezza del nostro operato. La città è viva, non è in dissesto, e con questa convinzione affronteremo il ricorso e dimostreremo la bontà di quello che abbiamo fatto a partire dalla responsabilità istituzionale dimostrata all’indomani dell’insediamento, quando potevamo dichiarare dissesto e non l’abbiamo fatto”. Il primo cittadino ha quindi lanciato un appello all’unità delle forze sane e democratiche, alla maggioranza rafforzata e all’opposizione che non ha mai fatto mancare il suo contributo nei momenti difficili, dicendosi convinto che chi si augura il dissesto è nemico non del Sindaco ma della città. “Non chiediamo una legge speciale per Napoli, oggi che, dopo un anno e mezzo di grandi sacrifici la situazione è migliorata, ma abbiamo solo bisogno di un percorso ordinario che non ci faccia stare ogni giorno con la spada di Damocle del dissesto sulla testa”.
Dopo aver annunciato l’appuntamento pomeridiano con il ministro dell’Ambiente e della coesione territoriale per la questione di Città della Scienza, ha invitato l’Assemblea all’approvazione della delibera in discussione oggi sul conferimento di beni immobili alla Fondazione S. Carlo per migliorarne l’autonomia gestionale e finanziaria. Era presente oggi in Aula, tra il pubblico, una rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici del Teatro. La delibera per la patrimonializzazione del San Carlo, ha detto il Sindaco, è una scelta significativa e coraggiosa, che quando il Teatro tornerà alla gestione ordinaria (lo stesso Ministro Bray ha assicurato che il commissariamento finirà entro 60 giorni) contribuirà al rilancio del Teatro nel segno dell’autonomia della cultura e della restituzione della “serenità ai lavoratori, che svolgono un lavoro di altissima qualità nonostante i pochi mezzi a disposizione rispetto ad altri teatri.” Se oggi conferiremo beni al S. Carlo – ha concluso il Sindaco – lo facciamo perché il teatro, che è patrimonio dell’umanità, è una ricchezza di Napoli e non può essere strumento di giochi di potere di persone che non stanno a Napoli”.
Sotto la presidenza del Vice Presidente Fulvio Frezza il Consiglio è passato all’esame della delibera che propone di sostenere la Fondazione San Carlo “anche attraverso il conferimento di beni immobili al fine di migliorare l’autonomia finanziaria e gestionale della stessa” (del. N. 5 dell’8.1.2014) a firma degli assessori Fucito, Piscopo e Daniele.
La delibera è stata illustrata prima dall’assessore al Patrimonio Fucito. Si tratta di una delibera di indirizzo, ha spiegato Fucito, con la quale si attiva un procedimento per il trasferimento di beni a difesa del Teatro San Carlo in un contesto ordinario, con l’obiettivo, finito il commissariamento, di avviare il percorso di rilancio e di sviluppo del Teatro. La delibera – che propone l’indirizzo per il conferimento di beni per 20 milioni che, se gli altri soci fondatori faranno mancare il loro sostegno, possono diventare 40 – demanda ad una successiva delibera del Consiglio. E’ infatti al Consiglio, ha concluso, che spetta di deliberare sui beni del patrimonio del Comune, un patrimonio che, negli ultimi mesi, si è arricchito e continuerà a diventare ancora più corposo, ciò con l’acquisizione dei beni di enti disciolti (181 beni, alloggi in particolare, per un valore da 21 a 31 milioni di euro) e l’acquisizione dei beni demaniali (391 tra cui 12 immobili importanti e 17 caserme) sulla base del federalismo demaniale.
L’assessore ai Beni comuni Piscopo ha ribadito che si tratta di esprimere il parere politico e culturale del Consiglio sul valore della cultura e della produzione artistica che vive dentro la nostra città, ed è di grande significato anche internazionale, in un momento difficile di dialogo tra le istituzioni.
L’assessore alla Cultura Daniele ha definito la delibera di grandissima importanza per la città e il suo futuro, sottolineando come con questo atto si possa fare un’azione significativa per salvare il S. Carlo, una istituzione culturale che è emblema della grande bellezza e della ricchezza culturale di Napoli per la quale è inaccettabile un S. Carlo ridotto a dimensione locale. Il commissariamento ha mandato un segnale ingiusto, a dispetto del lavoro che si stava facendo, è stato un irrigidimento percepito come una grande ingiustizia. Con questo provvedimento vogliamo dimostrare che nonostante il commissariamento, che auspichiamo breve, si torni presto alla vita ordinaria di un organismo che abbia anche la possibilità di programmare il destino del Teatro.
E’ intervenuta quindi la presidente della commissione Cultura, Lorenzi, che ha dichiarato necessario respingere il rischio di dover disperdere un grande patrimonio come quello del San Carlo e di dover difendere l’autonomia culturale dello stesso e della città con l’auspicio che il valore della cultura rappresentata dal San Carlo possa sempre più essere fruito dall’intera comunità cittadina.
Numerosi gli interventi dei consiglieri: Fiola (Pd) che non si è pronunciato nel merito della delibera ma si è soffermato sulla situazione generale ribadendo che il PD, pur mantenendo il ruolo di opposizione costruttiva, non farà mancare il proprio sostegno in ogni occasione nella quale si debba sostenere la città, nell’interesse esclusivo della città stessa; Lebro (Udc), per il quale il San Carlo è musicisti, maestranze, un mito per tante generazioni di napoletani, e quindi oggi non si discute solo un atto amministrativo ma si difende un mito della storia millenaria di Napoli; Coccia (Federazione della Sinistra – Laboratorio per l’Alternativa), ha annunciato voto favorevole ritenendo che la perdita del San Carlo sarebbe una perdita sostanziale per Napoli e i napoletani, anche di quelli che vivono all’estero, e ha auspicato che l’imprenditoria locale dovrebbe sostenere il Teatro che non è un luogo di cultura per ricchi ma ha dato e dà la possibilità di formazione, di crescita e di lavoro, direttamente o indirettamente, a tanti giovani artisti e artigiani napoletani; Moretto (Fratelli d’Italia), che ha invitato a tenere distinti i piani ideologici e quelli di sostanza, perché la situazione attuale è di incapacità dell’Amministrazione di mettere a reddito il proprio patrimonio e di effettuare la riscossione, come certificato dalla bocciatura del piano di rientro, criticando nel merito le scelte dell’amministrazione nel caso del San Carlo, scelte che non facilitano il dialogo tra le istituzioni e mettendo in guardia dal ripetere errori commessi nel passato, come nel caso della ricapitalizzazione di Bagnolifutura, oggi fallita, e ribadendo in ogni caso il ruolo di opposizione responsabile; Marino (Per una città ideale) richiamando la responsabilità etica, che è comune alla politica e alla cultura, sottolineando che con la delibera, che il suo gruppo sosterrà con grande convinzione, si prova a raccogliere e rilanciare il valore del San Carlo; Fellico (Federazione della Sinistra – Laboratorio per l’alternativa) che, concordando sulla delibera, ha formulato alcune osservazioni in merito alla scelta di proporre un’ampia rosa di beni del patrimonio nella delibera nella quale sarebbe stato invece preferibile inserire una precisa elencazione, e ciò in considerazione dei tempi troppo lunghi che il conferimento dei beni potrebbe avere, soprattutto nell’attuale situazione del patrimonio; Iannello (Ricostruzione Democratica) che, mettendo in guardia dal dare una rappresentazione teatrale della dimensione europea della città di Napoli, ha sottolineato che la situazione del San Carlo è la testimonianza dell’assenza di una classe dirigente, politica e amministrativa, nazionale e locale, che, nonostante la giusta e sacrosanta protesta dei lavoratori del San Carlo contro il decreto, ha di fatto consentito che questo fosse convertito e, nel merito della delibera discussa, ha annunciato il sostegno del proprio gruppo, nonostante vada criticata la natura di atto di indirizzo che sostanzialmente non affronta i problemi reali; Pace (Misto – Centro Democratico) sottolineando che la questione del San Carlo, che comunque in questi anni ha svolto una importante funzione di educazione alla musica, è importante anche perché si può invertire il percorso che ha finora privilegiato produzioni straniere e, di fatto, ha oscurato i percorsi di ricerca poderosa e le eccellenze artistiche napoletane; Palmieri (Nuovo Centro Destra) ha rivolto un ringraziamento al Sindaco per la prontezza con cui aveva risposto all’invito di discussione in commissione Cultura sulla questione S.Carlo ma ha affermato che oggi il tavolo istituzionale va ricostituito, e con il commissario e gli altri interlocutori va instaurato un dialogo per scrivere una nuova pagina; Maurino (Federazione della Sinistra – Laboratorio per l’alternativa) ha sostenuto che oggi si discute della scelta tra cultura come bene comune e cultura come merce, contro chi voleva danneggiare i lavoratori in uno scontro tra cultura dei tagli e cultura della partecipazione dei cittadini; Nonno (Fratelli d’Italia) per il quale tutti i consiglieri sono innamorati della cultura e di ciò che il S. Carlo rappresenta, ma va sottolineato che le scelte dell’Amministrazione sono state fallimentari, in continuità con gli errori commessi dalla sinistra nel corso di trent’anni di governo della città, per cui il Sindaco, se non intende dimettersi, deve denunciare i poteri forti che lo assediano; Gennaro Esposito (Ricostruzione Democratica) ricordando che Ricostruzione Democratica aveva per tempo denunciato, prima dello strappo istituzionale, la pericolosità del decreto al quale sarebbe stato opportuno reagire con un’iniziativa politica e amministrativa che mettesse in evidenza, sulla scorta delle denunce dei lavoratori, i problemi gestionali del Teatro, preannunciando la presentazione di un emendamento alla delibera che, comunque, rappresentando un semplice atto di indirizzo, va adottata; Russo (IDV) ha sottolineato che il San Carlo è una struttura di grande valore della città, senza colore politico, per la quale sono necessarie scelte di grande responsabilità politica e amministrativa che possono essere adottate in modo generalmente condiviso, invitando ad un maggiore dialogo nel Consiglio e ad una maggiore attenzione ai processi amministrativi, preannunciando la presentazione di emendamenti volti ad una migliore conoscenza dei beni che si intende mettere a disposizione e sollecitando la stessa accelerazione usata nel caso del San Carlo ad altre problematiche cittadine; Antonio Borriello (PD) il quale ha sostenuto che dal Consiglio comunale deve venire forte un sostegno ai lavoratori e al Teatro, ma occorre mettere in piedi una iniziativa, anche di carattere nazionale, volta a rafforzare l’attenzione e definire la strategia di rilancio e risanamento del Teatro, dopo il commissariamento, con la proposta di trasformare la delibera in una mozione che consentirebbe di raccogliere la volontà unanime di stare al fianco dei lavoratori e di intervenire a favore del San Carlo senza ricorrere alla sola strategia della ricapitalizzazione; Rinaldi (Federazione della sinistra – Laboratorio per l’alternativa) ha preannunciato il voto favorevole sulla delibera anche perché essa fa esplicito richiamo alla necessità di elaborare nuovi percorsi sulla cultura, anche se va criticato il ritardo con cui si interviene e la non sufficiente cura nella ricerca di alleanze, nell’ambito della città, nell’opposizione ai poteri forti.
Al dibattito è seguita la replica dell’assessore Fucito il quale ha ribadito che la delibera costituisce un indirizzo proposto dalla Giunta al quale dovrà seguire, con altri atti, il voto del Consiglio per il trasferimento dei beni. In risposta a quanti nel dibattito avevano sollevato il problema della non individuazione dei beni, l’assessore ha sostenuto che con una individuazione di beni specifici si sarebbe lesa la sovranità del Consiglio che potrà individuarli in concreto in funzione dell’effettivo conferimento.
Sotto la presidenza del Vice Presidente Frezza, il Consiglio ha quindi passato all’esame dei documenti presentati. Un ordine del giorno presentato dal consigliere Varriale, presidente della Commissione Patrimonio, con contenuti di “pregiudiziale” è stato ritenuto non accoglibile su parere uffici e del Segretario generale, per cui non è stato messo in votazione.
Sono stati invece accolti a maggioranza quattro emendamenti, dopo di che la delibera sul San Carlo è stata approvata, per appello nominale, con 29 voti favorevoli, 2 astenuti (Varriale e Pace) e 2 contrari (A. Borriello, A. Esposito).
Il Consiglio è quindi passato all’esame degli altri punti all’ordine dei lavori.
La seduta, sempre presieduta dal Vice Presidente Frezza, è proseguita con l’esame del secondo punto all’ordine dei lavori, l’ordine del giorno/mozione presentata dalla commissione Patrimonio sul bando di assegnazione dei locali della Galleria Principe di Napoli. Il consigliere Lebro, preliminarmente, ha rilevato come una parte del contenuto del documento assumerebbe carattere di pregiudiziale, in quanto entra nel merito dei criteri per l’assegnazione dei locali. Dopo la verifica del numero legale, effettuata su richiesta del consigliere Vasquez, e constatata in 27 consiglieri, è intervenuto il presidente della commissione Patrimonio Varriale che ha ricostruito l’iter della proposta, scaturita da oltre due anni di lavoro della commissione e volta ad arrivare ad una rapida emanazione del bando per l’assegnazione dei locali. Nel corso della successiva discussione sono intervenuti i consiglieri Crocetta e Attanasio, che ha richiesto al Segretario generale un parere sul carattere dell’atto e sui limiti per la partecipazione al bando indicati nella proposta. Il Segretario generale ha chiarito come sulla base dell’interpretazione letterale dell’art. 54 del regolamento, la mozione costituisce proposta di delibera e quindi deve rispettare tutte le regole in materia, a partire dalla necessità dei pareri di regolarità tecnica. Pertanto il documento in discussione deve essere correttamente considerato un ordine del giorno, con l’impegno per il Sindaco e la Giunta a deliberare in una certa direzione.
La discussione è proseguita con gli interventi dei consiglieri: Attanasio, che ha avanzato la proposta, poi ritirata, di ritorno dell’atto in commissione per un’integrazione con le proposte di modifica presentate da altri consiglieri; Antonio Boriello e Fellico. L’assessore Fucito ha poi ricordato la ripartizione delle competenze tra assessori – Patrimonio, Cultura e Giovani – sulla Galleria per le diverse finalità e i diversi ambiti di intervento collegati alla destinazione dei locali. Sui contenuti del documento, l’assessore ha sottolineato che l’Amministrazione è nella condizione di fare proprie proposte per alcuni locali e per la parte rimanente emanare il bando. Il consigliere Lebro ha quindi proposto di passare all’esame degli altri punti all’ordine dei lavori per consentire, nel frattempo, ai presentatori delle proposte di modifica ed integrazione dell’ordine del giorno, di unificare in un unico atto i diversi suggerimenti. Dopo l’approvazione all’unanimità della proposta, ìl consigliere Moretto ha chiesto la verifica del numero legale, constatato in 22 consiglieri presenti, numero insufficiente a proseguire i lavori del Consiglio.