NAPOLI – “Ho appreso con ribrezzo e orrore le notizie di stampa relative ai recenti arresti di militanti di estrema destra napoletani, accusati di banda armata, lesioni a pubblico ufficiale e altri gravi reati”. Esordisce così Elena Coccia, Vicepresidente del Consiglio Comunale di Napoli, nel commentare l’operazione di polizia contro i militanti di Casapound di Napoli finiti in carcere e ai domiciliari nella giornata di ieri per odio razziale.
“Mi hanno particolarmente sconvolto e offeso, – continua – come donna e come cittadina, le rivelazioni emerse dalle intercettazioni telefoniche, in cui alcuni degli imputati progetterebbero di violentare una ragazza ebrea, “rea” tra l’altro di essere trattata con rispetto “persino dai palestinesi”. Le parole e i toni utilizzati dagli accusati, diffusi in queste ore dagli organi di stampa, se confermati in sede processuale, evidenziano una violenza di pensiero e di azione e un disprezzo per la vita umana, che gelano il sangue nelle vene”. “Con le iniziative dispiegate sul territorio in questi mesi, i convegni sull’integrazione, la proclamazione, nello scorso novembre, di Napoli “città della tolleranza, dell’accoglienza e della convivenza”, stiamo provando a riaffermare l’anima più vera di Napoli, che la vuole città dell’incontro e della solidarietà, aperta e attenta alle minoranze, dalla parte dei più deboli. Evidentemente ancora tanto abbiamo da fare, se è ancora possibile oggiAggiungi un appuntamento per oggi che un gruppo di persone, tra le quali molti giovani, si produca in un pensiero pericoloso e insensato, che la storia ha da tempo sospinto fuori dall’alveo della legittimità. Per queste ragioni mi stringo oggi attorno alla comunità ebraica, così come a quella palestinese, compagne di viaggio nelle iniziative portate avanti in questi mesi, colpite ancora una volta in quanto hanno di più prezioso: la propria incolumità, il senso di sicurezza. E al contempo desidero esprimere la mia solidarietà alle donne della città di Napoli, verso le quali si dirige di nuovo la violenza di chi, senza ragione, si sente più forte, ma è solo più disumano”.