“Ai tedeschi o agli inglesi sarebbe difficile spiegare la situazione del porto di Napoli, sarebbe difficile spiegare tre anni di commissariamento durante i quali a fronte di 150 milioni di euro di fondi europei ne sono stati investiti 1,8”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, nel corso della presentazione del rapporto di Srm sull’economia marittima. “Sul porto – ha sottolineato De Luca – si ascoltano appelli al popolo di rivoluzione globale, ma è più difficile trovare uno che sia in grado di aprire un cantiere e di chiuderlo”. De Luca ha parlato di “ritardi, freni, farraginosità burocratiche che immobilizzano la capacità decisionale dell’Italia”, facendo l’esempio del porto di Salerno; “il presidente dell’Autorità portuale Annunziata mi ha detto che stanno aspettando da sette mesi la valutazione d’impatto ambientale dal ministero per gli escavi. Averla è un’impresa storica. Noi non siamo per la rivoluzione armata, ma artigiani e pensiamo che la valutazione delle sabbie dei fondali avviene prelevando la sabbia in alcuni punti del porto e portandola col secchiello in un laboratorio accreditato dove si fa l’analisi. Io non faccio il chimico ma presumo che in una settimana la classificazione della sabbia sia fatta. Questo funziona per Rotterdam, Anversa, i porti della Sud Corea ma in Italia no. E noi quindi dovremmo fare concorrenza ai porti internazionali avendo a che fare coi tempi del secchiello di sabbia”.

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