“Si è cercato in tutti i modi di criminalizzare il voto del 6 marzo; è giusto e necessario ripetere per un’ultima volta con la testa alta: non ci sono stati brogli elettorali, non c’è stata nessuna compravendita di voti, nessun condizionamento o pressione indebita, ‘nessuna schifezza’. Qualcuno può davvero pensare che un euro possa essere il prezzo della dignità e della libertà dei napoletani?”. Lo scrive Valeria Valente in un lungo post su Facebook in cui dice la sua sul caos post primarie, che oggi ha vissuto una nuova tappa con la presentazione del ricorso di Antonio Bassolino alla Commissione nazionale di garanzia del Pd. “Non voglio girarci intorno – afferma Valente – quella che doveva essere una festa democratica, capace di rimotivare il nostro popolo e parlare alla città ed alle sue ansie di riscatto, è stata oscurata, appannata e in parte svuotata del suo significato più importante: sprigionare un entusiasmo contagioso”. Per la candidata risultata vincente dalle urne delle primarie, “isolati comportamenti volgari e comunque lontanissimi dall’idea stessa che abbiamo della politica, non possono avvelenare i pozzi dell’entusiasmo di cui #Napoliha un disperato bisogno”. La Valente ringrazia tutti i 31.000 napoletani che hanno votato, ricordando che nella campagna per le primarie ha incontrato migliaia di napoletani di tutti i quartieri e sottolineando di voler difendere “la memoria collettiva, impressa in ognuno di noi, di cosa è stata davvero la prima domenica di marzo: 31.000 testimoni oculari di una straordinaria prova di civiltà, il tema non è difendere il risultato delle primarie, ma la risposta che insieme abbiamo costruito ad una indispensabile domanda di partecipazione”. Valente ora guarda alle Amministrative: “L’audacia dell’ambizione è quello che vogliamo trasmettere ai napoletani: l’ambizione di recuperare i ritardi, le occasione perdute, di correggere gli errori, di chi non si rassegna e vuole parlare di cambiamento”.