Nicola Zingaretti è incoronato nuovo segretario del Pd con un bagno di consensi nel voto popolare delle primarie: con un’affluenza oltre il milione e settecentomila votanti, il governatore del Lazio avrebbe ottenuto ben più del 60%, secondo il suo comitato, largamente al di sopra della maggioranza necessaria del 50% più uno. La sua leadership viene riconosciuta da tutti i big del partito, a partire dagli altri candidati. «Ho chiamato Nicola Zingaretti, che sarà il prossimo segretario del PD – twitta Giachetti, terzo nella fase del congresso nei circoli – per complimentarmi per il suo risultato ed anche per il risultato della partecipazione alla quale abbiamo contribuito tutti. #altrochemacerie». Ma c’è anche la concessione della vittoria di Maurizio Martina, che al ‘primo turnò aveva chiuso a 12 punti da Zingaretti: «Buon lavoro, buon lavoro Segretario!- twitta l’ex reggente -. Contento di avere contribuito a questa bellissima giornata. Da oggi sempre più #fiancoafianco nel PD per l’Italia». «Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico – lo saluta Matteo Renzi -: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo. Al segretario Zingaretti un grande in bocca al lupo. A Maurizio, Bobo e a tutti i volontari grazie. Viva la »democrazia».

Dall’ex Rottamatore in giornata anche la promessa di evitare il »fuoco amico« del quale si é sentito a lungo vittima lui stesso. Nel pomeriggio, parlando già quasi da segretario in pectore, Zingaretti aveva detto: «Sono contento di queste lunghe file in tutti i Comuni italiani, avevo chiesto fiducia e passione come i grandi punti di ripartenza. Ora sta a noi non tradire questa fiducia, e se tocca a me giuro che non la tradiro mai». E a lui toccherà tentare di risollevare il Pd già in vista della difficile sfida delle Europee. In attesa dei dati ufficiali che arriveranno dopo le 23 dalla Commissione Congresso, al comitato di Zingaretti – vicino al Circo Massimo – c’é aria di festa per l’ulteriore tappa: dal consiglio comunale di Roma all’Europarlamento, dalla presidenza della Provincia di Roma a quella della Regione Lazio, dove é stato rieletto a marzo scorso mentre il Pd si inabissava, fino alla segreteria. In via dei Cerchi militanti e volontari si mischiano ai parlamentari che hanno sostenuto il candidato, tra loro la coordinatrice della mozione Paola De Micheli e il deputato Roberto Morassut. C’é anche il ‘grande elettore Dario Franceschini, che con la sua AreaDem ha spostato parecchi voti.

Zingaretti diventa segretario di un partito, il principale di opposizione nonostante tutto, che a un anno meno un giorno dal tracollo delle politiche del 4 marzo sembra dare un segno di vitalità e alle primarie porta al voto un milione e mezzo di persone, secondo i dati ufficiali, ma quasi un milione e ottocentomila secondo quelli ufficiosi. Fin dalla mattina si sono viste file in molti dei circa 7.500 seggi allestiti in circoli e gazebo, tanto che in molti casi si é dovuto tenere aperta la ‘sezionè oltre le 20 per permettere a tutti di votare. L’ultima volta, per la rielezione di Matteo Renzi, avevano partecipato alle primarie circa 1,8 milioni di persone, ma era un altro Pd e l’affluenza di oggi non era scontata. I maggiorenti del partito hanno votato nelle rispettive città: tra i candidati, Zingaretti e Giachetti a Roma, Martina a Bergamo. Renzi, ultimo a essere eletto, ha votato a Firenze andando al seggio in vespa. A Roma ha votato Paolo Gentiloni, che con Zingaretti potrebbe diventare presidente del Pd e forse anche candidato premier. Molti gli uomini di spettacolo visti ai gazebo, tra cui Roberto Benigni, Paolo Virzì, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli, tra gli altri.

 

 

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