“Dal 2010 al 2014 – spiega Vincenzo De Luca – nel settore gomma abbiamo avuto un taglio di 150 milioni di euro (da 390 a 240 milioni). Abbiamo avuto una riduzione degli stanziamenti per il trasporto pubblico locale molto superiore al taglio che la Regione Campania ha avuto dal governo nazionale. Una scelta politica che ha puntato semplicemente alla messa in crisi di tutte le aziende locali a vantaggio di altri interessi. Si avverte una forte crisi in quasi tutte le nostre aziende, con dipendenti in cassa integrazione o in mobilità. Abbiamo avuto la messa in crisi di un tessuto straordinario di imprese di manutenzione e cura del materiale rotabile (una delle ricchezze produttive della nostra regione). A questo quadro disastroso si è aggiunta una gestione demenziale delle tariffe del trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda il trasporto su ferro, inoltre, abbiamo sottratto 22 milioni di euro a Trenitalia, perdendo 103 treni al giorno. Per quanto riguarda il trasporto sul mare, avevamo un servizio di grande qualità ed utilità. Abbiamo messo in crisi le vie del mare, servizio prezioso durante il periodo estivo. Abbiamo inoltre registrato un crescendo di disservizi nei collegamenti alle isole contro una totale assenza di interventi strutturali nelle aree portuali. Il porto di Capri è fermo al 1932, non c’è stato un solo intervento strutturale. Lo stesso accade per il collegamento alla fascia costiera non raggiungibile con la Sita. Bisognerà ragionare su come rilanciare il polo industriale campano legato al trasporto pubblico. La Campania – conclude De Luca – può fare del suo polo dei trasporti, un polo d’eccellenza sul piano nazionale e bloccare l’impoverimento produttivo”.