Prima un progetto ”sul quale chiamare un arco di forze e di soggetti sociali anche più largo del semplice perimetro del Pd e del centrosinistra, poi la scelta di un candidato che sappia far vivere questo progetto”. Questa la strada suggerita dal ministro della Giustizia Andrea Orlando in vista delle Regionali in Campania, chiudendo i lavori della Fonderia delle Idee del Pd. Orlando ha parlato di due strade possibili: ”La prima – ha detto – quella seguita in questi anni, è di mettere sul tavolo le candidature. La seconda, più complicata ma l’unica percorribile in Campania nelle attuali condizioni, è quella di mettere in campo prima un progetto e dopo le candidature”. ”Credo – ha spiegato il Guardasigilli che ha detto di parlare da compagno che ben conosce la realta’ napoletana per avervi ricoperto ruoli di partito e non da ministro – che la drammaticita’ della crisi campana dal punto di vista economico e sociale e anche le difficoltà che stanno alle spalle del centrosinistra consiglino questa strada. Non si risponde – ha sottolineato – a una domanda che è più acuta e drammatica proprio semplicemente mettendo in campo delle candidature che sono sicuramente una parte della risposta. C’e’ un tema fondamentale che è cosa fare e come si vincola l’insieme delle forze che si impegna a realizzare questo progetto insieme”. ”Il rischio che vedo – ha sottolineato Orlando – è che tutto si esaurisca in una competizione di blocchi di consensi e che non si voglia invece legare le elezioni a una dimensione progettuale più forte trovando un filo conduttore di tutte le candidature. Chiunque vinca, i cittadini devono sapere che sara’ interprete di un progetto che è di tutti”. Una strada che passa comunque per le primarie: ”E’ un argomento che riguarda i gruppi dirigenti della Campania, e non mi permetto di entrarci, ma certamente le primarie sono un elemento caratterizzante del Pd e non vedo altra strada. Quello che dico è che non ci si può limitare a un’ interpretazione formale di statuti e regolamenti. C’è un problema di come si sostanziano questi percorsi, come si fanno vivere: un conto è dire ai cittadini questi sono i nostri nomi, prendere o lasciare, un conto è dire facciamo un patto. Cediamo un pò della nostra sovranità e in cambio vi chiediamo di impegnarvi e di partecipare per superare anche modelli autoreferenziali che – ha concluso Orlando – hanno caratterizzato la stagione politica alle nostre spalle”.