“Due giorni fa, con la scadenza formale della legislatura regionale, a sessanta giorni dalle elezioni come previsto dalla legge, è fallito miseramente anche il tentativo di Stefano Caldoro di riordinare le società partecipate della Regione Campania, avviato nell’ottobre del 2013, con il varo della legge 15. È stato così svelato un altro bluff di Caldoro: quello dei conti in ordine e della oculata gestione delle risorse e del personale”. Lo sostiene, in una nota, il vice capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, Massimo Paolucci. “Occorreva, infatti, – secondo Paolucci – che la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale, su proposta della giunta, approvasse una variazione di bilancio che potesse completare, dal punto di vista finanziario, il processo di superamento di Campania Innovazione, Cithef, Digit Campania, Efi e Mostra d’Oltremare verso la nuova Sviluppo Campania. Nonostante la convocazione del Consiglio tra il 30 e il 31 marzo scorso, tutto questo non è avvenuto. Vuol dire che non c’erano le condizioni finanziarie per farlo e si è dissolta, come dicono anche gli atti del Consiglio regionale, la maggioranza che sostiene Caldoro”. “Nel frattempo i 400 lavoratori di Sviluppo Campania navigano nella più totale incertezza, le società in liquidazione vanno verso il fallimento, con costi aggiuntivi e procedure più complicate per la loro chiusura, e il bilancio Regione Campania resta con un buco di circa 25 milioni euro per il quale dovrà trovare soluzione la prossima giunta. Non c’è che dire, un bel disastro a firma di Caldoro”, conclude il vice capodelegazione del Pd al Parlamento europeo.
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