NAPOLI – La Regione Campania ha una situazione debitoria pari a circa 15 miliardi di euro: è uno dei dati più significativi emersi nel corso della seduta monotematica che il Consiglio regionale ha dedicato alla crisi economica. E’ stato il governatore Stefano Caldoro a fare chiarezza sullo stato dei conti e sulle origini del dissesto: “Un debito – ha spiegato – che è diventato consistente a partire dal 2000 con un deficit annuo prodotto pari a 650 milioni di euro.

In questo debito c’è una parte strutturale ed un’altra, il cosiddetto buco, che e’ quella che ci preoccupa di più, frutto di disallineamenti. C’è da dire inoltre che prima avevamo un tetto di pagamento pari a 3,3 miliardi. Oggi per effetto di una norma nazionale questo tetto è sceso a 2,5 miliardi con un taglio ai trasferimenti di 0,8 miliardi”. Caldoro ha sottolineato l’azione di rigore messo in campo dalla sua giunta: “Da quando ci siamo insediati non abbiamo fatto un euro di debito e abbiamo contenuto la spesa corrente pur subendo le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità”. Caldoro, pur non volendo dare giudizi politici, ha spiegato il perché si sia arrivati ad accumulare il debito. “E’ come se la Regione avesse fatto da madre – ha detto – acquisendo pezzi di gestione e sostenendo i comuni in attività di propria competenza. Da questa situazione dobbiamo uscire: nel piano di stabilizzazione finanziaria c’è scritto tutto e la firma di Monti al piano, due settimane fa, dice che siamo sulla strada giusta. Non c’è regione che è più avanti di noi nell’affrontare la crisi”. C’è poi la questione del fabbisogno finanziario che Caldoro definisce l’eredità”. “Il fabbisogno – ha detto – di cui abbiano bisogno è pari a 3,9 miliardi. Ad oggi ne abbiamo coperti 1,6 miliardi. Le grandi questioni sono: i cantieri aperti (metropolitana e ospedale del Mare su tutti). Opere su cui – ha ricordato Caldoro – non avremo flussi di cassa nazionale come hanno detto Monti e Passera”.

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