NAPOLI – Con il Governo le Regioni hanno “stabilito un percorso insieme alle questioni che vanno affrontate con la massima urgenza, a partire dalla riduzione dei consiglieri regionali”. Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, nel corso di SkyTg Economia, ha sottolineato che la riduzione del numero di consiglieri è “una cosa che si può fare velocemente” e che “la questione è quanto ancora si deve e si può realizzare in termini di riduzione dei costi della politica”. Al Governo, al quale la scorsa settimana, i presidenti di Regione hanno avanzato la loro proposta, “abbiamo detto di stabilire insieme il tetto relativo al costo dell’organizzazione politico-istituzionale e poi guardare per le singole aree, perché in alcune si può tagliare di più in altre meno”.

Quella che le Regioni chiedono, ha spiegato Caldoro, è “un’azione su macrovoci e che renda omogeneo il dato su tutte le Regioni”. Tra le misure della proposta, proprio la riduzione dei consiglieri regionali. La manovra dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che conteneva una misura simile, non prendeva però in considerazione il criterio di proporzionalità territoriale. “Quei 330 consiglieri in meno, possono diventare anche 400 in meno – ha sottolineato Caldoro – ma deve esserci una proporzione perché una Regine con tre milioni di abitanti non può avere lo stesso numero di consiglieri di un’altra che ne ha sei milioni”. Il vecchio provvedimento, vincolava la riduzione senza criteri legati alla popolazione “o meglio – dice Caldoro – lo faceva, ma non in maniera corretta” e “se si guarda alle tabelle, ci si rende conto che non c’é regime di propozionalità”. Quel decreto, in ogni caso, “entra in vigore dalla prossima consiliatura, non aveva efficacia immediata”. “Le procedure automatiche e immediate che erano previste – ha concluso – sono state attuate da tutte le Regioni”. “Penso che la Campania possa scendere a 50 consiglieri”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in merito alla riduzione dei consiglieri regionali, proposta dalla Conferenza delle Regioni al Governo. “La spesa è aumentata fino al 2010, poi da quando ci siamo insediati, dal 2010 a oggi – ha affermato – abbiamo operato un fortissimo taglio ai costi della politica. In alcuni casi abbiamo più che dimezzato in Campania, come, per esempio, per le consulenze ridotte dell’80%”. Molti benefit, ha poi sottolineato, “sono stati del tutto azzerati, come i telefonini”. Tra i tagli ai costi della politica, Caldoro ha menzionato la riduzione di quasi il 30% agli stipendi dei consiglieri regionali. “Abbiamo anche ridotto il numero di commissioni – ha aggiunto – e, per esempio, in Campania non abbiamo i mini gruppi, quelli cioé composti da un solo consigliere”. “Tutta l’attività amministrativa è soggetta a una verifica della Corte dei Conti – ha sottolineato – ma si deve aggiungere lo stesso criterio generale anche per le spese forfettarie che hanno Camera e Senato e che di recente hanno cambiato, su questo non c’é dubbio”. Un discorso di “trasparenza” che “é assolutamente necessario, fosse anche per un solo euro”. “Se guardiamo ai dati complessivi, nel caso della Campania, per esempio, nel 2009 tetto di cassa, reale spesa complessiva era di circa 3 miliardi e 500 milioni – ha concluso – Ora, per diversi motivi, tagli e patto stabilità, abbiamo 2 miliardi e 600 milioni, quindi un miliardo di spesa reale che la Campania ha perso”.

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