NAPOLI – “La mia proposta di legge  “Disciplina per la riduzione dei rifiuti derivanti da attività di ristorazione presso mense, feste e sagre paesane”,ha l’obiettivo di favorire la riduzione dei rifiuti anche di feste e sagre solitamente esenti dal seguire le stesse regole che seguono gli altri ristoratori”.

Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere regionale (PD) e Presidente della Commissione Trasparenza a margine dell’approvazione all’unanimità in Commissione Ambiente della Pdl “Disciplina per la riduzione dei rifiuti derivanti da attività di ristorazione presso mense, feste e sagre paesane”. Alla seduta della commissione era presente anche l’assessore regionale Giovanni Romano che ha dimostrato apprezzamento per l’iniziativa legislativa proposta da Caputo.

“Feste e le sagre paesane ormai non seguono alcun criterio, – spiega Nicola Caputo – ogni Ente si inventa le cose più strane e, senza alcun controllo igienico – sanitario, fiscale e previdenziale, occupando spazi pubblici e smaltendo quantità di rifiuti spesso in difformità con le norme vigenti”.

“Bisogna riflettere sul fatto che un tempo dette manifestazioni erano eventi attesi per un anno, – continua Caputo – oggi le sagre e le celebrazioni sfruttano l’intera stagione da marzo ad ottobre, trasformandosi in iniziative commerciali finalizzate solo a fare cassa e promuovendo prodotti generici, con molto poco di tipico”.

“Questa Pdl – spiega ancora Caputo – stabilisce che la Giunta regionale, nel dare seguito alle richieste di Patrocinio economico o morale della Regione Campania, , dispone che le aziende o le associazioni, che ne fanno  richiesta, si impegnano anche a ridurre la produzione dei rifiuti secondo le modalità definite dal Comune del territorio utilizzando due criteri: 1) impiego di stoviglie riutilizzabili, che siano piatti, bicchieri e posate in materiale durevole; 2) somministrazione di cibi e bevande sfusi, privi di imballaggio primario ovvero distribuiti con “vuoti a rendere”.

“Nessuno vuole mettere in dubbio il valore sociale delle sagre vere e che promuovono prodotti tipici locali od antiche tradizioni folcloristiche/culturali della regione, ma tutti – conclude Caputo – devono rispettare le norme in tema di igiene e sicurezza alimentare che pesano come adempimento sui pubblici esercizi”.

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