Dopo giorni di fuoco, che hanno visto i cittadini di Sant’Antimo mobilitarsi contro lo scellerato aumento della tassa sui rifiuti, lo scorso mercoledì 19 , il tanto richiesto Consiglio Comunale Straordinario si è tenuto. La partecipazione, espressa dalla cittadinanza, è stata considerevole; la sala consiliare era stracolma, in molti hanno stentato a seguire il tutto dalle scale e dagli spazi adiacenti la stessa. Sono ormai giorni che , a suon di proteste, assemblee e blocchi stradali, si lamenta l’ennesimo calcio in faccia ricevuto. Alla stangata della IUC ( imposta comunale unica),introdotta dalla legge di stabilità 2014, articolata nei tre distinti tributi, TASI, IMU e TARI (tassa sui rifiuti), si è aggiunta la scellerata amministrazione comunale. Il comune di Sant’Antimo spende, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, 6.856.000 € all’anno. Si calcola, in media, per un nucleo di 3 persone con un immobile di 100MQ , una spesa pari a 547 euro annui. Le cifre sono esorbitanti, considerando che la media nazionale corrisponde a 283 euro ,poco più della metà. Nelle ultime settimane, la popolazione è stata compatta nel denunciare l’ illegittimità di importi così alti; a gran voce si è opposta al pagamento degli stessi, chiedendo lo scioglimento del contratto plurimilionario stipulato con la ditta, responsabile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, Consorzio CITE, ed ottenendo la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario. Da principio, la convocazione , doveva essere un momento di confronto tra il Sindaco, datosi alla fuga nella precedente assemblea, ed i cittadini. Di fatto, dopo aver persino preso nota dei presenti pronti ad intervenire, l’assemblea si è conclusa non lasciando la parola ad alcuno, ad eccezione dei consiglieri di opposizione e maggioranza. In un serrato dibattito, interrotto a più riprese dalla rabbia della popolazione , strozzata dalla crisi, dalle manovre sanguinarie del governo centrale e, ulteriormente martoriata, dalle politiche affaristiche degli enti territoriali, i due gruppi, maggioranza ed opposizione, hanno portato in aula due proposte: la maggioranza , per gli aventi reddito fino a 15.000 euro,ha richiesto uno sgravio del 30% sull’aumento; l’opposizione, ha proposto una riduzione del 30% sull’importo complessivo, per tutti coloro che hanno ricevuto aumenti ed ulteriori riduzioni percentuali della tariffa, laddove si riscontrino particolari situazioni di disagio economico e sociale, in considerazione dell’indicatore ISEE. L’ultima parola spetta alla componente comunale amministrativa: il responsabile del settore finanziario , Gianluigi Di Ronza, avrà il compito di vagliare le proposte e verificarne la fattibilità. Sono già partiti gli appuntamenti per la raccolta firme per le dimissioni del Sindaco, Francesco Piemonte, ma il nodo non sciolto dall’assemblea , che poi è l’asse portante di tutta la vicenda, resta sempre lo stesso: finché il contratto con il Consorzio CITE non verrà sciolto o , quantomeno, rinegoziato , i cittadini continueranno a pagare cifre da capogiro, indipendentemente dalle proposte di riduzione. All’assurdità della somma destinata all’igiene urbana, quasi 7 milioni di euro, (mentre comuni limitrofi, con la stessa densità abitativa e superficie, pagano meno della metà) si aggiunge che i proventi della raccolta differenziata vanno, da contratto, alla ditta e non al Comune. Insomma, oltre al danno la beffa! Dalle dichiarazioni dei cittadini , raccolte a chiusura del consiglio, sembra esserci la determinazione nel proseguire la protesta, fino ad ottenere importi sostenibili. “Non ce la facciamo più- dicono – non è giusto, quest’aumento , noi, non lo paghiamo!”. Ciò che sembra essere entrato, nella memoria storica della cittadinanza, è un concetto chiave: solo la lotta paga! In assenza dell’attenzione e della pronta mobilitazione dei cittadini, il Comune, e la sua giunta, avrebbero avuto il solito “silenzio assenso” che , negli anni, si è reso responsabile delle politiche adottate. “L’indifferenza, è il peso morto della storia” ,diceva qualcuno, è forse questa la più grande responsabilità che i cittadini di ogni luogo hanno, nei confronti di se stessi e del futuro che, ogni giorno, consegnano a chi ci sarà dopo di loro.
Giulia Ambrosio
Luca Leva
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