“E’ il quarto anno consecutivo che a settembre si esaurisce il budget per le strutture accreditate ad effettuare le prestazioni sanitarie, negando di fatto un diritto ai cittadini campani. E Caldoro cosa fa? Invoca una norma nazionale che gli risolva il problema organizzativo e gestionale che Lui non ha mai affrontato e che è di sua stretta competenza! La verità è che il Presidente Caldoro, invece di invocare l’intervento di Roma, che non potrà mai esserci in quanto la Sanità è materia delegata alle Regioni, dovrebbe assumersi la responsabilità di procedere a accertare il fabbisogno effettivo di prestazioni, definire per le strutture pubbliche la loro effettiva capacità operativa , stabilire quanto, in termini di prestazioni, acquistare dal privato convenzionato, distribuirlo su 12 mesi , controllare che siano rispettati i parametri mensili, in modo da non lasciare, da settembre di ogni anno, i cittadini campani privi di qualsiasi assistenza sanitaria fino al 31 dicembre”. Così commentano il capogruppo regionale del Pd, Raffaele Topo, e il consigliere regionale, Angela Cortese, la proposta di Caldoro di risolvere con una norma legislativa del Parlamento o del governo l’esaurimento delle risorse per le prestazioni sociosanitarie. “Ora si invoca Roma – incalzano Topo e Cortese – ma cosa hanno fatto in questi quattro anni il commissario ed i subcommissari per evitare tutto ciò? Quali decisioni hanno assunto per arrivare puntualmente ogni anno, a settembre, a esaurire le risorse disponibili? Hanno mai disposto che le Aziende pubbliche determinassero le loro capacità operative, presupposto indispensabile per definire il monte prestazioni da acquisire dai convenzionati? Hanno mai chiesto alle Aziende sanitarie pubbliche di incrementare le loro capacità operative con l’AlPI, in modo da poter utilizzare attrezzature e personale per tempi più lunghi, con conseguenti economie di scala?” “E’ fuori luogo – concludono Topo e Cortese – invocare, come sempre, il governo nazionale. Caldoro una volta tanto si assumesse le sue responsabilità dinanzi alle sue evidenti inefficienze amministrative, senza scaricare su altri. A sentire il Presidente della Regione, quando c’è qualcosa che non va in Campania, la colpa è sempre degli altri. E’ un gioco che deve finire”.