NAPOLI – Un viaggio nella Prima Repubblica, dal successo della Costituzione del ‘48 alla crisi di Tangentopoli, due libri: “Dc. Il partito che fece l’Italia”, Marsilio- formiche, di Paolo Messa e Giovanni Di Capua ed “Eutanasia di un potere” di Marco Damilano, per riflettere sulla recente storia italiana e per cogliere una “lezione per il presente”.

Questo il senso dell’iniziativa che si terrà sabato 31 marzo, alle ore 9.30, a Napoli, presso l’Hotel Ramada di via Galileo Ferraris alla quale parteciperanno gli autori, i giornalisti Paolo Messa e Marco Damilano, de “L’Espresso”. Animeranno il dibattito sul nostro recente passato, promosso dall’UDC, diverse voci: il segretario regionale del PD, Enzo Amendola, il coordinatore regionale dell’UDC, Gianpiero Zinzi e a tirare le somme, dopo l’intervento degli autori, sarà il vice Presidente della Camera dei Deputati, on. Rocco Buttiglione. Ad aprire la presentazione, moderata dal giornalista Rai, Rino Genovese, il segretario provinciale dell’UDC, Carmine Mocerino, il segretario cittadino, Clotilde Paisio e il responsabile regionale formazione UDC, Angelo Chianese. “DC. Il Partito che fece l’Italia”: 1943-1993: per cinquant’ anni la storia della Democrazia Cristiana ha coinciso con la storia dell’Italia e della sua Repubblica. Senza nostalgia gli autori ricostruiscono la memoria di un passato recente per immaginare un futuro prossimo diverso da ciò che è stato e magari differente da ciò che è. Il volume della collana “formiche” della Marsilio, racconta il volto della Democrazia Cristiana attraverso le storie dei grandi protagonisti della scena sociale italiana, da De Gasperi a Martinazzoli, da don Luigi Sturzo, fino a Fanfani, La Pira, Dossetti, Moro, Zaccagnini e altri ancora. “Eutanasia di un potere”: Raccontare la caduta della Prima Repubblica significa svelare perché la Seconda è nata e vissuta così male. Nel ‘92-93, sotto la spinta degli avvenimenti, Tangentopoli appare una rivoluzione. La fine della Repubblica dei partiti, un potere che sembrava eterno entra all’improvviso in agonia e cade in modo drammatico, tra arresti, cappi sventolati in Parlamento, attentati sanguinosi. Oggi, a vent’anni dall’inizio di Mani Pulite, è possibile finalmente uscire dalle aule di tribunale e provare per la prima volta a scrivere la storia politica di quella classe dirigente e della sua rovina. Per capire perché la rivoluzione giudiziaria non sia stata accompagnata da un vero cambiamento politico, istituzionale, morale. E perché abbia lasciato il posto all’avvento di Silvio Berlusconi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui