Anche una lumaca zoppa corre più veloce. Un bradipo assonnato sembra Flash. Una tartaruga portatrice di handicap è come Bolt. In sei mesi di mandato Antonino Santillo ha battuto tutti i record di immobilismo. Il sindaco di Orta di Atella è più fermo di un semaforo. Al municipio si affretta da un ufficio (deserto) all’altro senza rendersi conto di camminare su un tapis roulant. Gira a vuoto. I funzionari lo mandano puntualmente a “comprare il sale”. E lui puntualmente frulla come una trottola impazzita. Lo sport più praticato nella casa comunale è il ping pong. Santillo è la pallina, sballottata senza meta da un lato all’altro. Risultato? L’attività amministrativa, al netto della buona volontà di qualche assessore preoccupato per le sorti della città (vedasi Andrea Villano, Tonino Russo e Pasquale Pellino), è statica come le piramidi. Il polso è flebile. I battiti quelli di un malato terminale. L’encefalogramma quasi piatto. Serve il defibrillatore, altrimenti il paziente, ormai in fin di vita, esalerà l’ultimo respiro. Estrema unzione. Ennesimo commissariamento prefettizio. Ennesime elezioni. Una catastrofe. Sotto le macerie finirebbero tutti. Da qui la mobilitazione dei partiti di maggioranza. Nessuno vuole cuocersi a fuoco lento. Le forze politiche chiedono una svolta. Quanto meno un’accelerazione. Apriranno un confronto con Santillo su tematiche urgenti. Al primo posto il piano occupazionale da inviare al Ministero dell’Interno entro il 15 novembre. In ballo ci sono 20 dipendenti comunali da assorbire in tre anni. Sei-sette potrebbero arrivare subito. E sarebbe il minimo sindacale per evitare la chiusura del municipio per mancanza di personale. Fra l’altro non si capisce perché Orta di Atella dovrebbe sprecare questa occasione senza nemmeno giocarsi la partita. La storia del dissesto finanziario ha rotto le scatole a tutti. “Se siamo un Comune di fatto commissariato allora che senso ha prenderci le responsabilità politiche di un immobilismo deleterio per tutti”, questa in estrema sintesi la posizione dei partiti. Che metteranno nel piatto altre questioni amministrative urgenti come la ripresa dei lavori del cimitero nuovo (problematica cara al Pd) e la progettazione dell’asilo nido per ottenere il finanziamento di 500mila euro (i termini scadono il 31 dicembre). Le forze politiche spingono anche per l’avvio dei lavori di rifacimento delle strade. Opera da 2 milioni di euro già appaltata da mesi ma ancora ferma al palo. Un altro argomento finito nel dimenticatoio riguarda l’integrazione salariare dei lavoratori socialmente utili. In assise è stato votato all’unanimità. Ma è rimasto lettera morta. Perché? Solita e irritante risposta: “Siamo in dissesto finanziario”. E dai, basta. Anche perché l’interrogativo da sciogliere è sempre lo stesso da quando Santillo si è insediato: le decisioni le prendono gli amministratori o i funzionari comunali? Finora il sindaco ha cestinato la politica. Per la legge dei vasi comunicanti si è completamente svuotata l’attività politico-amministrativa lasciando campo libero alla tecnocrazia. Al municipio vige la legge dello “schiaffo del soldato”. In mezzo il primo cittadino. A turno partono le sberle dei funzionari. Chi è stato? Santillo sbaglia o tace. “Buffi” e “cuppini” a volontà: “Basta, che dolore”. Di sera si fa spalmare Lasonil Gel sul volto tumefatto. In confronto Rocky Balboa non ha un graffio sul viso. Ma stavolta sta per suonare il gong per knockout. I partiti sono pronti a sferrare un montante che manderebbe al tappeto anche un bisonte. Figurarsi Santillo che è meno incisivo di un moscerino.

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