La “gola profonda” è un consigliere comunale, a quei tempi in maggiorana, poi scaraventato in malo modo all’opposizione dal sindaco Antonino Santillo. Il “pentito” ha partecipato all’incontro carbonaro per mozzare le teste di Tonino Russo e Pasquale Pellino, entrambi assessori di Coraggio. È un testimone oculare, dunque. La riunione risale a una decina di giorni prima dello svolgimento dell’assise sull’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. All’ordine del giorno del summit il nuovo assetto amministrativo dopo la crisi politica culminata con le dimissioni farsa di Santillo. Al tavolo erano presenti il sindaco, gli esponenti di Orta al Centro, capitanati dall’ex fascia tricolore Andrea Villano, il gruppo Fare Democratico per Orta Verde con il leader Ferdinando D’Ambrosio, il presidente del civico consesso Giuseppe Massaro, affiancato dal fido Salvatore Del Prete “Magò”, e il consigliere comunale Gennaro Colella, fuoriuscito da Coraggio. È stato proprio quest’ultimo, su input di Massaro e Del Prete, a promuovere il vertice che si è svolto presso la sede della sua fabbrica calzaturiera sulla provinciale Orta-Marcianise. Per Colella la gratitudine è un’eterna sconosciuta. Alle comunali ha ottenuto appena 145 voti piazzandosi al sesto posto della lista Coraggio. Per dare quanto più spazio possibile ai candidati i vertici del movimento lo hanno “ripescato” grazie alle dimissioni dall’assise proprio degli assessori Russo e Pellino (oltre mille preferenze in due). Un’indicazione politica che ha concesso a Colella di fare per la prima volta il suo ingresso nel consiglio comunale nonostante il magro bottino elettorale. Ma non è bastato a fargli giurare fedeltà a Coraggio. Anzi, ha addirittura telefonato lui stesso ai partecipanti all’incontro con l’obiettivo di mandare a casa Russo e Pellino, coloro che invece avrebbe dovuto ringraziare per la sua entrata in assise. L’ingratitudine umana è più grande della misericordia divina.
I veri tagliatori di teste erano Massaro e Del Prete “Magò” che da tempo scalpitavano per accaparrarsi ad ogni costo un posto in giunta. Semplice la strategia del gatto e della volpe: un assessore sarebbe stato indicato da Colella e Raffaele Lampano, un altro sarebbe stato appannaggio di Fare Democratico per Orta Verde. Magari una poltrona a Del Prete, appassionato di Urbanistica, settore in cui negli anni del cemento ha dato il meglio di sé. Il secondo scranno per D’Ambrosio. Nelle intenzioni dei “tagliagole” la nuova maggioranza contava su 8 consiglieri più il sindaco. Numeri risicati. Eppure, in primo momento Santillo dà l’ok. Due errori imperdonabili in uno. In primis non avrebbe dovuto presenziare a una riunione nella quale una parte della sua squadra di governo voleva liquidare un’altra parte di essa. In secondo luogo non avrebbe dovuto avallare un’intesa al ribasso: una maggioranza formata da appena 8 consiglieri, più il voto decisivo del primo cittadino, avrebbe avuto vita breve e burrascosa. Non a caso Santillo, che si assenta per una quindicina di minuti per una telefonata, al suo ritorno cambia idea. Con chi avrà parlato? Gianfranco Piccirillo, ovvio. Il sindaco pretende la sottoscrizione di un documento sottoscritto da almeno 8 consiglieri, oltre lui. Un modo per tastare il polso alle altre forze politiche. L’atteggiamento ondivago della fascia tricolore scatena il putiferio. Del Prete si infuria e non risparmia parole grosse a Santillo. Ma il blitz dei quattro moschettieri Colella, Lampano, Massaro e Del Prete “Magò” viene sventato da Orta al Centro.
L’ex sindaco Villano è irremovibilmente contrario a silurare gli assessori di Coraggio: “No alla terza guerra mondiale”, le sue parole testuali. Anche D’Ambrosio si associa e boccia il golpe contro Russo e Pellino. Al quel punto Del Prete “Magò” diventa paonazzo dalla rabbia. Qualcuno ha sensazione che gli spunti qualcosa dalla testa. È vero, ma non dipende dalla politica. La provenienza è casertana, non ortese. Ma la chicca è un’altra. Tra gli attivi partecipanti al summit vi è uno che ha frequentato la scuola di Piccirillo con grande profitto, ottenendo la lode. Ha 4 mesi di fitto arretrati per circa 16mila euro, un debito con l’Enel di 4mila euro, non ha pagato l’idraulico che gli ha ristrutturato il bagno per un importo di 5mila euro e, dulcis in fundo, ha una cambiale protestata di oltre 4mila euro. Un degno seguace di Piccirillo. Uno tra i migliori. Di questo passo non è escluso che l’allievo superi il maestro.
Mario De Michele