Non serve farfugliare con tanto di “zeppola” o rispolverare gli abiti lisi dei (finti) paladini della legalità. La magistratura ha fatto il suo corso. E ha circoscritto in modo dettagliato e in via definitiva i gravi abusi commessi nella realizzazione dei due palazzi della (pseudo) politica locale. Quelli in via Carusone. Ci abitano nomi “illustri”, in passato e tuttora in prima linea nell’amministrazione comunale di Orta di Atella. Spicca, ad esempio, quello di Francesco Comune, tra i leader di Città (In)Visibile. Ne parleremo diffusamente in un’altra puntata. Adesso la ribalta spetta, con meriti acquisiti sul campo, a Gianfranco Francesco Piccirillo. Il più legalitario della storia della città atellana. A chiacchiere, ovviamente. L’immobile (andato all’asta) in cui vive l’ex Ds, l’ex Udeur, l’ex Pd, prima brancacciano, poi caputiano e successivamente olivieriano, oggi un personaggio in cerca di autore e di grana, è quasi totalmente difforme al permesso di costruire (il n. 29 del 2003). Il complesso residenziale, suddiviso in blocco A e blocco B, è stato raggiunto il 29 settembre 2012 da un’ordinanza di demolizione. Il provvedimento ha colpito gli allora proprietari Maria Comune e Massimo Comune. Dietro le quinte un altro nome “famoso”, quello di Nicola Comune, comunista incline al consociativismo (almeno una puntata lui e la figlia assessore se la meritano). Si instaura una disputa legale. Il Tar Campania boccia il ricorso di Antonio Piccirillo, fratello del buon Gianfranco, nel frattempo divenuto proprietario di un appartamento al piano terra. Idem il Consiglio di Stato, che si è pronunciato lo scorso 10 novembre. Fine della fiera. I palazzi vanno abbattuti per ripristinare lo stato dei luoghi in base alla licenza edilizia. Un ripristino impossibile alla luce dei numerosi e strutturali abusi. Non c’è alternativa all’abbattimento. In caso di mancata demolizione l’ufficio tecnico può optare per l’acquisizione al patrimonio comunale dell’intero complesso immobiliare. Prendete fiato, ecco il rosario delle irregolarità: in sostituzione del previsto piano terra, ad uso porticato e posti auto coperti, sono stati realizzati quattro appartamenti al piano rialzato, due al blocco A e due al blocco B, con innalzamento della quota di calpestio di circa 80 cm; in sostituzione dei quattro sottotetti non abitabili al terzo piano sono stati costruiti quattro sottotetti abitabili, due al blocco A e due al blocco B; le due scale aperte sono state chiuse e le tompagnature perimetrali risultano eseguite con una sagoma diversa rispetto a quella approvata; non è stata rispettata la distanza in progetto tra i due fabbricati (blocco A e blocco B) né è stata rispettata la distanza tra il fabbricato del blocco B e il confine verso est. Risultato? Da quattro appartamenti, concessi dalla licenza edilizia, si è passati a otto appartamenti effettivamente realizzati. Il doppio. Un affare milionario in stile ortese. Ma ora viene il bello. Volente o nolente il settore Politiche del territorio del Comune deve adottare tutti gli atti consequenziali previsti dall’ordinanza di abbattimento. Lo deve fare anche in fretta. Nel complesso immobiliare “demolito” dal Consiglio di Stato in via definitiva ci abita, come detto, Gianfranco Piccirillo, tutt’oggi politico di primissimo piano (abusivo). In ordine sparso: ha partecipato al tavolo delle trattative per la scelta del candidato sindaco; è cugino del primo cittadino Antonino Santillo; è cognato dell’assessore Annalisa Cinquegrana; è il promotore della lista Orta Democratica; è tra i componenti dell’interpartitico di maggioranza. Orbene. Ipotetico di quarto tipo, dell’irrealtà: se Gianfranco Piccirillo dovesse godere di un eventuale “rallentamento politico-amministrativo” finirebbero in carcere il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali e i tutti i leader della maggioranza. Sarebbe il minimo. Il conflitto di interessi è grande quanto i due palazzi abusivi. Confidiamo nella serietà della funzionaria comunale Rossella Gifuni, dell’assessore all’Urbanistica Tonino Russo e in quella di alcuni politici dalla moralità cristallina. Siamo certi che non ci saranno favoritismi. Presto le ruspe entreranno in azione. Alla prossima puntata.

Mario De Michele
(continua…)

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