“Questo a te, quello a me, quell’altro a lui, quell’altro ancora a lei”. Da quando Antonino Santillo ha tolto la delega di vicesindaco ad Andrea Villano, con le conseguenti dimissioni dell’assessore Florentia Lamberti, nella “nuova” maggioranza non si parla che di poltrone. Ma non è bastato quasi un mese e mezzo per trovare la quadra sull’assetto in giunta. Riunioni a raffica, sopra e sotto banco, senza concludere un bel niente. Mentre la squadra di governo perde tempo a spartirsi le cariche i problemi aumentano e si incancreniscono. Chiedere ai cittadini, please. Perché manca ancora l’accordo? Beh, perché ci sono gli incontri finti, inutili perdite di tempo, se non vere e proprie prese in giro, e quelli seri, cioè che contano davvero, tenuti al momento opportuno nelle sedi extra-amministrative. Gli incontri finti sono quelli che la fascia tricolore sta svolgendo al municipio con i consiglieri comunali che lo sostengono. Tanti buoni propositi, un mucchio di mirabolanti progetti per il futuro e bla, bla, bla. Certo, si discute anche delle caselle vuote da riempire, ma si parte sempre da una decisione già assunta a tavolino prima e in altri luoghi: i tre assessori Pasquale Pellino, Tonino Russo e Annalisa Cinquegrana sono intoccabili. Non si va mai nel merito dell’operato di questo tris. È come se loro tre avessero il posto sempre e comunque garantito. Come mai? Non è per grazia ricevuta. Meno che mai per i risultati raggiunti, di cui non vi è traccia visibile, in particolare nel caso di Cinquegrana, assessore “fantasma” che si materializza soltanto quando deve intascare lo stipendio mensile di oltre 1.800 euro.
Allora perché questo trio è così protetto e inviolabile? Perché è frutto di un accordo già siglato da mesi dai pupari della “nuova” maggioranza. Da un lato, Gianfranco Piccirillo, sindaco ombra amatissimo dai cronisti del fotovoltaico, ha blindato sua cognata Cinquegrana. Santillo, che non potrebbe mai dire di “no” al cugino-mentore, si è immediatamente accodato. Dall’altro, la compagine ex Coraggio ha sempre posto la pregiudiziale della conferma di Pellino e Russo in caso di cambio dell’esecutivo. A un certo punto le strade dei due gruppi, misteri della politica, si sono incrociate. È avvenuto lo scorso settembre. Per aprire la crisi politica finalizzata a ridimensionare Orta al Centro i tre intoccabili hanno rimesso le loro deleghe nelle mani del sindaco, guardandosi bene da dimettersi veramente dalla carica con conseguente perdita dell’indennità. Dimissioni finte per spianare la strada all’offensiva contro l’ex sindaco Andrea Villano. Ed ecco perché gli assessori Pellino, Russo e Cinquegrana devono per forza restare dei punti fermi nonostante i palesi insuccessi amministrativi. Altrimenti salta l’accordo di cui sopra.
Ma i conti non tornano. E per fortuna qualche consigliere comunale ha aperto gli occhi. C’è un fronte che si oppone alla conferma di Cinquegrana. Non per cattiveria o per bramosia di potere ma per il semplice fatto che l’assessore è stata per 20 mesi in giunta ma non se ne è accorto nessuno. Un fantasma, appunto. Dunque, non meriterebbe di restare nell’esecutivo. Se Santillo volesse rilanciare l’azione amministrativa, come va dicendo, dovrebbe rimuoverla seduta stante ma, come già detto, non può toccarla perché protetta da Piccirillo sia sul piano contabile che politico. Anche sull’altro binario dell’asse dei pupari c’è uno sbilanciamento. Con la riconferma di Pellino e Russo gli ex esponenti di Coraggio, che hanno formato il gruppo Prospettiva Futura per Orta, fanno asso piglia tutto. Più che Prospettiva Futura per Orta sembra “Coraggio 2, la vendetta”. Anche perché uno dei due assessorati di Orta al Centro è finito nella disponibilità del consigliere indipendente Ciro Palladino. Lo stimato avvocato ha in mente Arcangela Del Prete come nuovo assessore alla Pubblica istruzione. L’interessata non ha ancora sciolto la riserva. Dovrebbe mettersi in aspettativa per non incappare in eventuali incompatibilità. Si tratta di un ottimo nome, non si discute. La preside della scuola media Massimo Stazione è esperta e competente. Ma inserita in una mera logica spartitoria non sarà facile nemmeno per una persona di qualità come lei avere piena agibilità politico-amministrativa, soprattutto se in maggioranza persisteranno forti mal di pancia o spinte affaristiche.
Poi c’è la poltrona appannaggio del duo Giuseppe Massaro-Salvatore Del Prete “Magò”. Dopo aver esperito diverse opzioni, il presidente dell’assise e il suo braccio destro sembrano orientati a puntare su Rocco Russo per le deleghe a Bilancio e Lavori pubblici. Anche in questo caso il nome è di tutto rispetto. Ma per l’ex consigliere comunale vale lo stesso discorso della preside Del Prete. Anzi peggio. Si troverebbe in balia del vento. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, direbbe Ungaretti. Il sostegno consiliare di Raffaele Lampano, Gennaro Colella e Tiziana Dirasco, che finora non hanno brillato per coerenza, potrebbe rendere Russo un assessore a scadenza breve. Se così stanno le cose il nuovo esecutivo non nascerebbe sotto una buona stella. I pupari sono sempre gli stessi. Cambiare due pedine difficilmente eviterà lo scatto matto per Santillo. Il suo “arrocco” appare sempre più la mossa disperata di chi non vuole mollare il potere. Ad ogni costo. Good night and good luck.
Mario De Michele