Adesso non esageriamo. Pur di recuperare il dissidente Michele De Micco la risicata maggioranza che sostiene il sindaco, ancora per poco, Vincenzo Gaudino è disposta a tutto. Anche a violare la legge. Non sarebbe una novità visto quello che ha combinato Marilena Belardo di Città Invisibile, proprietario d un’abitazione abusiva donata alla figlia con un atto notarile farlocco. Ma stavolta si supererebbe ogni limite. Pure quello del rispetto cimiteriale. Nei giorni scorsi si è tenuto un vertice al quale hanno partecipato gli assessori trasparenti Eugenia Oliva e Saturnino Di Benedetto e Pasquale Del Prete e i consiglieri dei Democratici e Riformisti Antonino Santillo (capogruppo), Annalisa Cinquegrana, Salvatore Tessitore e Luca Mozzillo. Durante la riunione si è parlato superficialmente di tematiche di ordinaria amministrazione come gli eventi da organizzare in occasione delle festività natalizie e di alcune questioni di natura economica-finanziaria. Il punto chiave dell’incontro lo ha sollevato l’evanescente Di Benedetto che trattando di struscio il preliminare del Puc adottato dalla terna commissariale si è soffermato sulla distanza delle abitazioni dal cimitero, fissata dai commissari prefettizi a 200 metri. Un parametro che va in contrasto con quello stabilito dalle amministrazioni targate Angelo Brancaccio. Il consiglio comunale di Orta di Atella con la delibera n. 22 del 21.06.1994 ridusse la fascia a 100 metri avendo ampliato il cimitero preesistente in parte nei 200 metri originari di rispetto. Una determinazione (100 metri di distanza cimiteriale) confermata nel 1998 con un’altra delibera consiliare, corredata dal parere favorevole dell’Asl. Nella deliberazione del civico consesso, approvata il 19 giugno del 1998, veniva richiamato l’art. 338 del Regio decreto 27 luglio 1934. Il Puc adottato dalla terna commissariale non solo non ha tenuto conto delle delibere varate sotto le gestioni Brancaccio, ma ha ignorato anche la norma che prevede l’ampliamento del cimitero nell’ambito della fascia di rispetto mediante la riduzione della fascia stessa. Risultato: la fascia di rispetto è stata riportata a 200 metri misurandola dal muro del cimitero ampliato con deroga e non da quello originario preesistente come prevede la legge.
Al netto delle questioni urbanistiche generali quello lascia adito a sospetti è che l’assessore inconsistente Di Benedetto avrebbe avanzato la proposta di ridurre la distanza cimiteriale da 200 metri addirittura a 50 mt. Più che una soluzione tecnica (che è illegittima) appare come un’operazione politica (di bassa lega) per far tornare all’ovile De Micco. Come si sa il consigliere ha un problema, è proprio il caso di dirlo, grosso come una casa per il mancato rispetto cimiteriale del palazzo di famiglia nel quale vive. L’immobile è stato raggiunto da un’ordinanza di demolizione, confermata dal Tar Campania. Per come stanno le cose De Micco dovrebbe abbattere una parte dell’edificio. In pratica gli assessori invece di impegnarsi per trovare delle soluzioni urbanistiche di carattere generale per tutelare gli interessi dei cittadini starebbero profondendo i loro sforzi per riconquistare la fiducia di De Micco in modo da porte contare su una maggioranza meno fragile. Adesso è davvero troppo. Se Gaudino e company per avere un voto in più in consiglio aprono il mercato delle vacche addirittura ipotizzando una riduzione della fascia di rispetto cimiteriale in palese violazione della legge significa che ormai sarebbero capace di qualsiasi nefandezza pur di non mollare le poltrone. Ma, si diano pace, sono ormai alla frutta. E lì si fermeranno. Non mangeranno il panettone.
Mario De Michele