Archiviate le elezioni regionali, durante le quali Antonino Santillo ha “democraticamente” cacciato dalla maggioranza il gruppo RinnoviAmo Orta, capitanato da Giuseppe Massaro, il dibattito pseudo-politico si concentra di nuovo sull’amministrazione comunale, considerata dalla stragrande maggioranza dei cittadini la peggiore della storia, seconda soltanto a quelle degli anni del cemento e della devastazione territoriale targate Angelo Brancaccio. Del resto sarebbe stato impossibile fare peggio dell’allora fascia tricolore considerata dai giudici come il “padrone di Orta di Atella” nella sentenza di condanna a 8 anni di carcere per camorra. Ma visto che al peggio non c’è mai fine non è escluso che Santillo possa quanto meno eguagliare Brancaccio, anche perché l’ex “padrone” della città svolge un ruolo cruciale nell’attuale squadra di governo. Se l’amministrazione è ancora in vita, nonostante i disastri dei primi due anni e mezzo di mandato, è proprio grazie a Brancaccio e al gruppo consiliare ex Coraggio che fa rigorosamente riferimento a lui.

Angelo Brancaccio

Negli ambienti politici si dice che dietro la nomina ad assessore di Antonio Chianese ci sia la “longa manus” dell’ex sindaco e del suo fidato alleato Gianfranco Piccirillo, cugino di Santillo e cognato dell’assessore-fantasma Annalisa Cinquegrana. Un altro colpo di coda per non mollare l’osso. La solita manovra di Palazzo nel tentativo disperato di raggiungere i numeri necessari per andare avanti ad ogni costo. Da mesi la maggioranza non esiste più. E quindi tutto fa brodo, al punto di delegare ai Lavori Pubblici Chianese, di professione sarto, che fa il paio con il vicesindaco di ex Coraggio Pasquale Pellino, tipografo con delega all’Ambiente e all’Igiene Urbana. Nella prossima assise, fissata per domenica 30 novembre alle 12, è prevista la surroga di Chianese (foto in basso). Al suo posto entrerà in consiglio comunale probabilmente Rocco Russo perché Lucia Auletta, più votata di lui nella lista Orta Democratica, dovrebbe rinunciare alla carica. Anche Russo è molto legato a Brancaccio. E il cerchio si chiude.

Antonio Chianese

Nonostante i consueti giochi di potere la seggiola di Santillo traballa ugualmente. Chianese è stato incoronato senza aver consultato gli altri due componenti del gruppo Rinascita e Resilienza per Orta, Pasquale Lamberti e Francesco Lettieri, ritenuti poco affidabili dal gran manovratore perché non sono abituati a dire sempre di sì e non ubbidiscono ai diktat del sovrano. Lamberti e Lettieri continueranno a sostenere il sindaco? Vedremo. Una cosa è già certa: il gruppo Rinascita e Resilienza per Orta si è sciolto come neve al sole. Anche perché alle regionali Lettieri ha appoggiato Pietro Smarrazzo, eletto con Casa Riformista, mentre Lamberti ha fatto campagna elettorale per la cugina Florentia Lamberti, ex assessore, candidata con Noi di Centro, che in città ha non ha brillato fermandosi a 533 voti e pagando lo scotto dell’ostinato sostegno del cugino consigliere a Santillo.

Antonio Sorvillo, Nando D’Ambrosio e Nicola Margarita

Dal canto suo Chianese ha votato e ha fatto votare per Nando D’Ambrosio, in corsa con Cirielli Presidente e primo in assoluto con ben 1.145 preferenze. Per lo stimato avvocato un risultato molto positivo. Molto bene anche Fabio Di Micco dei 5 Stelle con quasi 700 suffragi. Il grande manovratore e il farfagliatore della pseudo-politica locale si sono “venduti” i voti di D’Ambrosio nell’auspicio che il suo gruppo consiliare, Fare Democratico per Orta Verde, formato dai consiglieri Nicola Margarita e Antonio Sorvillo, possa fare il salto della quaglia dall’opposizione a quel che resta della maggioranza. Soltanto così Santillo, Piccirillo e i brancacciani resterebbero in sella. Ma l’ennesima manovra di Palazzo sembra destinata a fallire. D’Ambrosio, Margarita e Sorvillo non smarriranno, salvo improbabili sorprese, la strada della coerenza, anche perché da molti mesi si stanno denunciando con forza e documenti alla mano il totale fallimento amministrativo di Santillo e company.

Ultimi giorni di Pompei per il sindaco e i suoi pochi alleati? È presto per dirlo. Come amava dire Andreotti “il potere logora chi non ce l’ha”. Infatti quelli più logorati e lasciati nel caos sono i “poveri” ortesi, che sembrano colpiti da un maleficio inestricabile. Eppure chiedono soltanto di vivere in una città normale.

Mario De Michele

L’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSISE

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