Ruota tutt’attorno ai Democratici e Riformisti il futuro dell’amministrazione comunale di Orta di Atella. È il gruppo di maggioranza più grande. Cinque eletti. Il capogruppo Michele De Micco ha già tempo preso le distanze appiattendosi sulle posizioni del sindaco Vincenzo Gaudino. Perché? Probabilmente per qualche rassicurazione urbanistica. L’abitazione di De Micco è stata raggiunta da un’ordinanza di abbattimento per mancato rispetto del perimetro cimiteriale. Provvedimento confermato dal Tar. Dem e Riformisti meno uno. Che potrebbe diventare a breve meno tre. Luca Mozzillo e Francesco Tessitore hanno finalmente rivendicato l’autonomia rispetto all’egemonia di Gianfranco Piccirillo spodestandolo dal trono di leader dei Democratici. L’ex assessore della giunta Brancaccio, pur contando solo sul sostegno della cognata Annalisa Cinquegrana e a targhe alterne di Antonino Santillo (oggi capogruppo), aveva imposto il suo metodo: asso piglia tutto.
Da mentore e principale sponsor delle due candidature a sindaco di Gaudino l’ex brancacciano di ferro aveva assunto un ruolo di primissimo piano nella spartizione delle poltrone. L’assessore fantasma Eugenia Oliva è una sua creatura con l’avallo di Gennaro Oliviero. Ma l’avidità politica di Piccirillo gli è stata fatale. Ha tirato troppo la corda. Mozzillo e Tessitore l’hanno spezzata. Hanno tagliato il cordone ombelicale. “Ci siamo scocciati dello strapotere di Piccirillo che peraltro vuole mandare a casa Gaudino, noi non ci stiamo”, è in estrema sintesi quello che gli esponenti dem avrebbero detto al presidente del consiglio regionale della Campania. Che ha condiviso la linea di non defenestrare il primo cittadino. Per Oliviero la dipartita di Gaudino “sarebbe un errore imperdonabile”. Da qui il via libera alla posizione di Mozzillo e Tessitore. Anche Santillo starebbe tentennando. Del resto che senso ha lo scioglimento anticipato del consiglio senza una prospettiva futura? Il capogruppo dei Democratici e Riformisti, cugino di Piccirillo, sarebbe pronto a isolarlo se arrivasse l’input di Oliviero. In tal caso il blitz per liquidare Gaudino potrebbe fallire. Del team che vogliono spingere fuori dal palazzo di via Petrarca il sindaco già fanno parte i due ex componenti della maggioranza, in quota Orta in Movimento, Antonio Carbisiero e Maria Di Pietro. Se si aggiungessero Santillo e Cinquegrana, o uno dei due, il primo cittadino farebbe le valigie tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023. La modalità di defenestramento divide il fronte degli anti-gaudianani. L’opposizione è propensa a chiudere la partita davanti al notaio con dimissioni in blocco. Carbisiero e Di Pietro, che fanno riferimento all’ex senatore Fabio Di Micco, vogliono percorrere la strada della mozione di sfiducia in assise. Propedeutico alle modalità è ovviamente il raggiungimento del numero per liquidare Gaudino e company. Due le questioni sul tappeto: il primo cittadino ha già dato la disponibilità a procedere al rimpasto di giunta entro gennaio-febbraio prossimi liberando due caselle. Via dall’esecutivo gli assessori inesistenti Oliva e Saturnino Di Benedetto. Un posto è riservato a Mario Vozza, caldeggiato da Mozzillo e Tessitore. L’altra poltrona sarebbe disponibile per un nome di Santillo o per il Movimento per Orta, qualora Carbisiero e Di Pietro tornassero all’ovile. Se i dimicchiani restano sull’Aventino può bastare un solo “disertore” della maggioranza per salutare con la mano Gaudino. La sola Cinquegrana sarebbe determinante. Ma sulle spalle di Piccirillo cadrebbero tutte le responsabilità dello scioglimento anticipato. Un fardello politico tutt’altro che leggero. L’ex brancacciano ragiona in termini politici? Questo l’altro tema decisivo. Piccirillo è all’asta per risolvere i noti problemi personali. Opterà per chi offrirà di più tra Oliviero e la minoranza. Nel mercato delle vacche è impossibile prevedere la tenuta della maggioranza o l’attuazione del blitz contro Gaudino. In campo entrano in gioco fattori che con la politica non hanno nulla a che fare. Interessi personali e di bottega. Il male incurabile che affligge la classe dirigente di Orta di Atella.
Mario De Michele