Approvato all’unanimità dalla giunta (presenti tutti gli assessori) lo schema di ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato per il triennio 2023-2025. La delibera ha ricevuto il via libera lo scorso 23 gennaio, due giorni dopo le dimissioni-bluff da sindaco di Antonino Santillo, puntualmente ritirate come preannunciato (non era difficile) da Italia Notizie. Una pantomima politica di cui tutti, a partire dai cittadini, avrebbero fatto volentieri a meno. Ora l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato deve superare lo scoglio del consiglio comunale. Nonostante la crisi aperta dallo stesso Santillo con finte motivazioni (il caso Lampano dov’è finito?) si profila il sì del civico consesso. Certo, molto dipenderà dall’assetto dell’esecutivo. Il sindaco pende dalle labbra di suo cugino Gianfranco Piccirillo. Se l’eminenza grigia si trasformerà in falco sugli assessori scomodi potrebbe abbattersi una mannaia. Se invece si fingerà colomba allora tutto dovrebbe filare liscio, almeno per adesso. In base al Tuel il consiglio comunale delibera e presenta al ministro dell’Interno, entro il termine perentorio di tre mesi dalla data di emanazione del D.P.R. di nomina dell’organo straordinario di liquidazione, un’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato. Cosa deve contenere? Molte scelte dolorose. Eccole: la previsione di aumento delle imposte, delle tasse e dei canoni patrimoniali nella misura massima consentita dalla legge, con il recupero della base imponibile totalmente o parzialmente evasa; il contributo erariale per l’allineamento alla media dei contributi erariali dei comuni della stessa classe demografica; l’eliminazione dei servizi non indispensabili e il contenimento degli altri livelli di spesa; le rate di ammortamento conseguenti al consolidamento dell’esposizione debitoria con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri soggetti creditizi; le risorse assegnate dal ministero dell’Interno per il trattamento economico del personale posto in disponibilità; il contenimento delle perdite di gestione degli enti ed organismi dipendenti dall’ente locale, nonché delle aziende municipalizzate, provincializzate, consortili e speciali. L’iter burocratico non è semplice. La Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali sottopone l’ipotesi di bilancio riequilibrato all’approvazione del Viminale che vi provvede con proprio decreto stabilendo prescrizioni per la corretta ed equilibrata gestione dell’ente. Successivamente lo strumento finanziario torna in assise per l’approvazione definitiva.

Il vicesindaco Andrea Villano

“Si richiama l’attenzione – rimarca il vicesindaco Andrea Villano, con delega a Bilancio e Finanze – sulla necessità che il risanamento dell’Ente debba concretizzarsi con provvedimenti di carattere strutturale, inerenti la riorganizzazione dei servizi comunali in modo da renderli efficienti ed efficaci, sia per la ricaduta positiva sulla cittadinanza che in termini di entrate comunali. Occorre rivedere le dotazioni finanziarie e riprogrammare le attività, riducendo ogni spesa che non abbia per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili. Un deciso intervento organizzativo – conclude Villano – occorre sul piano della lotta all’evasione tributaria e alla razionalizzazione dei servizi comunali. Il “nodo” è ridare efficacia ed efficienza all’azione sociale ed economica dell’Ente e ristabilire il clima di fiducia in quel rapporto politico e culturale, ma non solo, con tutta la cittadinanza. La programmazione, evincibile dal Documento unico di programmazione, è ovviamente condizionata dai vincoli a cui soggiace un comune dissestato”.

Mario De Michele

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